Alle origini
della geografia sociale
di Yves
Lacoste
Eliseo Reclus è nato 150 anni fa ed è morto 75 anni fa,
l'anno in cui portava a termine L'homme et la terre, che è il
coronamento della sua opera e norme e, oggi, ancora misconosciuta. Questo
22° numero di Hérodote è dedicato ad Eliseo Reclus,
geografo libertario.
Perché mai contrassegnare in tal modo queste ricorrenze? Perché riteniamo
utile che i geografi e, più in generale, coloro che si interessano, per
diversi motivi, alla geografia, prendano coscienza di quale è stata,
veramente, l'evoluzione della Scuola geografica francese dal momento della
sua costituzione, dei suoi progressi ma anche dei suoi passi indietro.
Per lungo tempo, fino agli anni '60, i geografi non si son neppure curati di
conoscere la storia della loro disciplina, come se fosse una preoccupazione
del tutto accademica, motivo per intrecciare corone e rendere omaggio a
questo o quel maestro. Si faceva e si fa ancora geografia,
senza troppo chiedersi che cosa sia: prima si descrive, ovvero si sceglie
nella realtà estremamente complessa che ci circonda, ciò che è
geografico. Ma che cosa è geografico e che cosa non lo è? Questo
dilemma fondamentale i geografi universitari non l'hanno mai chiaramente
risolto e, per la massima parte, essi non prendono in considerazione che
quelle categorie di fenomeni che i loro maestri hanno loro insegnato ad
esaminare. Ogni geografo è stato innanzitutto uno studente che ha subito
l'influenza dei suoi professori e, una volta terminato il suo periodo di
istruzione, continua a far riferimento, anche inconsciamente, ad opere che
la corporazione considera come modelli di descrizione e di ragionamento
geografici. Questo "saper vedere" e questo "poter vedere" dei geografi (come
dice C. Raffestin), e in realtà molto selettivo: a ragione ma anche a torto,
essi lasciano in disparte una grandissima parte della realtà; a ragione, per
quanto riguarda fenomeni non proiettati in cartografia, a torto per quei
fenomeni che svolgono un importante ruolo nell'organizzazione dello spazio
terrestre e che sono, tra l'altro, già rappresentati in cartografia, proprio
a motivo della loro importanza politica. In effetti, i geografi non prendono
in considerazione che le categorie di fenomeni che essi hanno imparato a
considerare come "interessanti", ossia quelli che è utile tenere in conto da
un punto di vista ritenuto scientifico, secondo le tradizioni della
corporazione e secondo l'idea che i loro maestri si fanno della scienza.
Una delle caratteristiche principali della geografia universitaria, da
quando esiste in Francia ossia da circa un secolo, è l'esclusione dei
fenomeni politici dal campo dei suoi interessi. La corporazione considera,
contro ogni evidenza, che essi non sono affatto geografici e ritiene che
prenderli in considerazione sia la negazione di un comportamento
scientifico. Il termine geopolitica ha connotazioni obbrobriose, in quanto
ci si ostina a non vederci altro che le argomentazioni che giustificano
espansionismo hitleriano.
Pertanto è della massima importanza, non solo per i geografi ma anche per
tutti quelli che si interessano di scienze sociali, spiegare quali siano
state la grandezza e la ricchezza dell'opera di Eliseo Reclus. Essa è
rimasta completamente ignorata dalla corporazione dei geografi universitari
e questo è un passo indietro notevole nell'evoluzione della loro disciplina,
poiché, sotto moltissimi punti di vista, il metodo di Reclus è ancor oggi un
esempio da seguire. Eliseo Reclus e Vidal de la Blanche sono quasi
contemporanei (il primo è nato 15 anni prima e il secondo è morto 14 anni
dopo). Tuttavia Reclus, che è davvero il più grande geografo francese, è
completamente sconosciuto, mentre Vidal viene considerato non solo come il
fondatore della Scuola geografica francese, ma anche come il modello cui
ispirarsi persino oggi. È da notare che la corporazione non ha conservato
che una parte dell'opera di Vidal e che ignora del tutto, tuttora, il suo
libro principale (La France de l'Est) poiché egli vi tratta, da
geografo, un grave problema geopolitico. L'esclusione del politico è proprio
il problema epistemologico centrale della geografia universitaria.
Riguardo al modello "vidaliano", quanto meno quale lo concepisce la
corporazione per giustificare il suo rifiuto ad affrontare i problemi
geopolitici, l'opera di Eliseo Reclus costituisce un modello alternativo. I
geografi d'oggi dovrebbero ispirarvisi per meglio comprendere il mondo ed il
ruolo che essi potrebbero avere.
Reclus è un grandissimo filosofo e ciò che ha scritto, soprattutto L'homme
et la terre dovrebbe suscitare l'interesse anche di coloro che non si
dedicano alla geografia. Infine, è tutt'altro che trascurabile oggi il fatto
che il massimo geografo francese sia stato un geografo libertario.