Stefano d’Errico, Anarchismo e politica. Rilettura
antologica e biografica di Camillo Berneri, Milano, Mimesis, 752 pp.,
€ 48,00
Negli ultimi anni si sono pubblicati vari libri su Berneri dando
finalmente spazio al suo pensiero, molto articolato e complesso. Questo
ampio studio – risultato di un lavoro metodico e analitico di un
militante sindacalista alternativo nel settore dell’istruzione
– intende analizzare l’opera intellettuale di Berneri
valorizzandone le riflessioni sul difficile rapporto tra il movimento
anarchico e la questione della politica. L’anarchismo ha
sviluppato molte diffidenze verso la politica, più o meno
istituzionale, ma gli scritti di Berneri, per quanto talora poco
sistematici, permetterebbero di comprendere le necessarie mediazioni
politiche con la realtà sulla quale l’anarchismo
interviene per spingerla in senso rivoluzionario e libertario. Nel
cercare di dipanare questo nodo teorico e pratico, l’a. si
confronta criticamente con le riflessioni di Giampietro Berti (Il
pensiero anarchico dal Settecento al Novecento, Manduria, Lacaita,
1998). Il punto centrale della «quadratura del cerchio» tra
le spinte anarchiche, quasi sempre considerate antipolitiche in quanto
antigovernative e antistatali, e le questioni politiche insuperabili,
tra cui quelle del gradualismo e delle alleanze, verrebbe affrontato
dal pensatore e militante esiliato, in Francia e poi in Spagna, che
scrive e agisce «additando mete immediate, interpretando reali e
generali bisogni, rispondendo a sentimenti vivi e comuni» (p.
399). Gli strumenti con cui far progredire il progetto libertario,
secondo l’interpretazione che l’a. offre della teoria e
della prassi berneriane, sarebbero identificati
nell’anarcosindacalismo, nell’associazionismo autonomo,
nell’organizzazione specifica anarchica e nel comunalismo
federalista. Le teorizzazioni di Berneri lo porteranno a cercare un
terreno di confronto e di collaborazione con il movimento di Giustizia
e Libertà, sia nel logorante esilio francese che nella dura
esperienza spagnola. Una parte importante del volume è dedicata
alla Spagna, paese dal forte radicamento anarcosindacalista dove si
realizza l’accordo, militante anche se provvisorio, con Carlo
Rosselli e dove le posizioni di Berneri saranno, secondo
d’Errico, molto equilibrate e attente oltre che, per certi versi,
temerarie al punto di costargli la vita. Il grosso volume esamina circa
300 articoli e scritti berneriani alla luce del loro possibile
insegnamento per l’anarchismo del futuro. In questo sforzo
l’a. passa dai temi più prettamente teorici (la critica al
marxismo) a quelli contingenti (le mire di Mussolini sulle Baleari), da
questioni personali (l’esilio e la famiglia) a scritti
sperimentali (le doti di attore del «duce», la
psicanalisi). In fin dei conti queste pagine ci offrono un ritratto
efficace, sia pure criticabile per una certa strumentalità, di
uno dei pochi intellettuali anarchici italiani degli anni ’20 e
’30. Tra l’altro Berneri, lo ricorda spesso d’Errico,
ebbe il merito di rifiutarsi di spiegare le sconfitte dei movimenti
popolari libertari in Europa con la pura denuncia dell’altrui
violenza repressiva o con la reiterazione di posizioni rigide e quasi
dogmatiche.
Prof. Claudio Venza
(Ordinario della cattedra di Storia della Spagna contemporanea presso l’Università di Trieste)