Diario di scuola è l'ultimo libro di Daniel Pennac.
Editore Feltrinelli - 16
Euro
L'incredibile verità,da lui stesso
rivelata, è che lo scrittore di successo Daniel Pennac fu un grande
somaro.
Ebbene sì, l'autore della saga dei
Malaussène e di tanti altri successi ,è stato un asino insomma: andava male a
scuola.
La macchia indelebile dell'insuccesso
scolastico gli è rimasta addosso ma soprattutto rimane tuttora, nello sguardo
della sua quasi centenaria mamma, un'ombra di apprensione per il futuro.
Mamma Pennac (francesizzazione
dell'italianissimo cognome Pennacchioni) lo scruta ancora e continua a chiedersi
cosa farà nella vita questo suo sciagurato figlio con i capelli
bianchi.
Dopo la Laurea in Letteratura, intascata
da Daniel a Parigi, nel 1968, anche Pennac padre non gli risparmiò una bella
dose di sarcasmo: "Ti ci è voluta una rivoluzione per laurearti,dobbiamo temere
una guerra mondiale per il Dottorato?".
La confessione della sua "somaraggine"
sembra, a chi legge, un vezzo, lo snobismo di un intellettuale che ammette con
civetteria che "il cappello del somaro si porta più facilmente a
posteriori".
E poi, chi ha detto che gli ultimi a
scuola saranno i primi nella vita? Il piccolo Albert Einstein col suo giudizio
scolastico di "subnormale" rimane pur sempre l'eccezione delle
eccezioni.
La "tardiva fioritura" del giovane Daniel fu aiutata da quattro professori e da un amore ricambiato (ottima iniezione di autostima per tutti).
A sua volta, diventato insegnante,
Pennac ha estratto dal pozzo della sfiducia quegli allievi-somari che
riconosceva come suoi simili "a fiuto", alla prima
occhiata.
"I proff. ci fanno uscire di
testa!" - si lamentavano i suoi studenti". Vi sbagliate. Dalla testa siete
già usciti, i professori cercano di farvici ritornare". Questa la sua
imperturbabile risposta agli asini di turno.
"Siamo fatti per la scuola? La scuola è
fatta per noi?". Intorno a questi due interrogativi ruotano le
argomentazioni di Pennac.
Il libro è piacevole, leggero ed
ironico, in parte autobiografia ed in parte cronaca dell'attuale degrado della
Scuola.
E' consigliato a quei professori che si
sentono (come dice l'autore) "Karajan che dirige la banda del paese" ed anche,
aggiungiamo, a quelli che sono stati messi a capo della Filarmonica di Berlino,
ma restano direttori di banda.
Simonetta Frau