Torino.
Occupato consolato greco.
Foto e cronaca
La sede del consolato di Grecia a
Torino è stata occupata per oltre
un'ora la mattina del 12 dicembre.
Un
gruppo di anarchici federati e non, elusa la sorveglianza della
polizia che
aveva piazzato una volante di fronte all'ingresso e
dribblato il custode,
sono saliti all'ottavo piano dello stabile di
corso Galileo Ferraris 65, dove
ha sede il consolato. Suonato il
campanello, sono entrati ed hanno annunciato
alla viceconsole che si
trattava di un'occupazione in solidarietà alla
rivolta dei compagni
greci.
Uno striscione con la scritta "Stato
Assassino" è stato appeso dal
balcone dal lato strada, al balcone dal lato
cortile è stata issata
una bandiera rossa e nera.
Consegnati alla
viceconsole due volantini e una cartolina di "saluti
dal consolato di Grecia
a Torino occupato" i compagni hanno atteso che
la viceconsole li inviasse
all'ambasciata greca a Roma e al consolato
generale di Milano. Nel frattempo
sono arrivati trafelatissimi i primi
uomini e donne della Digos che si sono
avventati contro la porta.
Qualche tempo dopo riusciranno ad entrare,
trovando gli occupanti
tranquillamente seduti sui divanetti del
consolato.
Ad un poliziotto di sinistra che la buttava sul dialogo è
stato
ricordato che la criminalità del potere non è un incidente isolato
ma
è insita nella sua natura. È stata un'occasione per parlare
della
strage di Stato e dell'assassinio di Giuseppe Pinelli nei locali
della
questura di Milano, di cui corre in questi giorni il 39°
anniversario.
Ribadita la solidarietà attiva agli insorti greci, in
particolare agli
oltre 100 arrestati di questi giorni, gli anarchici hanno
salutato e
tolto il disturbo.
Dopo le identificazioni di rito da parte
della Digos, gli occupanti
sono usciti: uno ha sventolato una bandiera rossa
e nera gridando
"viva l'anarchia!".
Mentre era in corso
l'occupazione un folto gruppo di solidali si è
raccolto in strada davanti al
consolato, bloccando il controviale con
lo striscione "Dalla Grecia
all'Italia. Rivolta contro lo Stato".
Dopo l'azione tutti si sono diretti
in corteo all'Unione Industriali
dove si stava concludendo la manifestazione
dei sindacati di base e
degli studenti.
Foto a
quest'indirizzo:
http://piemonte.indymedia.org/article/3634
Di seguito il testo di uno dei volantini diffusi
nella giornata e
consegnato alla viceconsole per il fax.
Dalla
Grecia all'Italia
Rivolta contro lo Stato
Alexandros Grigoropoulos
era un anarchico di 15 anni. Il 6 dicembre,
un sabato sera, stava di fronte
ad un bar con altri compagni. La
questura ha sostenuto che all'arrivo di una
pattuglia di polizia lui e
gli altri l'avrebbero assalita con bastoni e
pietre. Questa versione è
stata subito smentita dai numerosi testimoni
presenti. Al passaggio
dell'auto i compagni si sono limitati a irridere gli
agenti, che, poco
dopo, sono tornati a piedi davanti al bar. Uno di loro,
Epaminondas
Korkoneas, estratta la pistola, ha fatto fuoco colpendo al cuore
il
giovane Alexandros. L'assassino in divisa si è allontanato lasciando
a
terra nel suo sangue un ragazzo di 15 anni.
Oggi ci raccontano che
Alexis sarebbe stato colpito da un proiettile
di rimbalzo. Come Carlo
Giuliani a Genova, come i tanti compagni
ammazzati dalla polizia, sempre
vittime di "incidenti" o "suicidi",
come Pino Pinelli, gettato dalla finestra
della questura di Milano il
15 dicembre del 1969.
In Grecia è
scoppiata la rivolta: nelle città principali come nei
piccoli centri sono
stati assaliti e dati alle fiamme questure e
commissariati, auto della
polizia, banche, centri commerciali e
ministeri. L'8 dicembre e poi ancora il
9 la polizia ha respinto a
fatica gli assalti al parlamento.
Tutte le
università sono state occupate: gli studenti denunciano la
violenza
poliziesca e scrivono "che la morte di Alexis non è stata un
'incidente
isolato' ma un terribile episodio di una repressione che
colpisce in maniera
sistematica ed organizzata quelli che resistono e
si ribellano, gli anarchici
e gli antiautoritari."
Cortei imponenti hanno attraversato il centro di
Atene e Salonicco: in
più occasioni i manifestanti hanno attaccato la polizia
che ha reagito
caricando e sparando lacrimogeni. Ad Atene, il 10 dicembre,
giorno
dello sciopero generale, i poliziotti hanno scagliato i gas
persino
dentro i bar. Negli scontri numerosi sono i feriti e gli
arrestati.
Sono scesi in campo anche i fascisti che a Patrasso hanno
devastato il
centro sociale sede del Movimento Antiautoritario, mentre ad
Atene
hanno ferito a coltellate alcuni compagni.
In Grecia la
riforma delle pensioni e quella del mercato del lavoro
hanno portato povertà
crescente e precarietà. Le condizioni di lavoro
sono peggiorate in modo
drastico: il moltiplicarsi di incidenti –
spesso mortali - ne è il segno più
evidente. La morte di 8 operai ai
cantieri navali Perama al Pireo è stato
solo l'episodio più grave.
La crisi economica, le conseguenze devastanti
delle selvagge politiche
liberiste del governo Karamanlis, il peggioramento
delle condizioni di
vita dei lavoratori, l'erosione di ogni garanzia e tutela
definiscono
un quadro in cui l'iniziativa contro la repressione e la
brutalità
poliziesca si salda con le lotte sociali in un cocktail che
potrebbe
diventare ancora più esplosivo.
In Grecia come nel
nostro paese, gli interessi dei soliti pochi, le
rudi politiche disciplinari
attuate dai governi di destra non meno che
da quelli di sinistra mietono ogni
giorno le loro vittime. Immigrati,
poveri, lavoratori pagano il prezzo più
alto. In Grecia in migliaia e
migliaia hanno deciso che la misura è colma,
che è tempo di farla
finita con lo Stato e con il Capitale. Senza se e senza
ma. Alla
guerra civile contro i poveri fomentata dai vari governi,
hanno
preferito il sapore aspro ma bello della guerra
sociale.
La nostra solidarietà ai compagni e alle compagne che
stanno lottando
nelle strade greche per affermare la propria opposizione ad
un ordine
fondato sullo sfruttamento e sulla repressione.
Lo Stato e
il Capitale uccidono ogni giorno, in ogni dove. La rivolta
degli sfruttati e
degli oppressi è la nostra rivolta.
Federazione Anarchica
Torinese – FAI