L MATTINO 20.1.08
ERMINIA PELLECCHIA
 
«In Italia abbondano le vie intitolate a Togliatti e agli altri complici dei suoi peccati. Non c’è granch’è dedicato a Berneri»., scriveva con rabbia Geminello Alvi sulle pagine del Corriere della Sera. Già l’anarchico per eccellenza, troppo libertario per sfuggire agli stalinisti e, per le sue idee, assassinato nel 1937 dai comunisti in Spagna è quasi misconosciuto nel Belpaese, pressocchè cancellato dall’ufficialità della storiografia (anche di sinistra) al contrario di colui che apostrofava come «il professorino pedante», Togliatti appunto. Ma a ricordare Camillo Berneri, a mezzo secolo e poco più dalla sua scomparsa, è il liceo scientifico «Da Vinci» di Salerno, dove ieri pomeriggio è stato presentato il libro «Anarchismo e politica» di Stefano D’Errico, segretario nazionale della Confederazione di base Unicobas, un passato di attivismo nell’anarchismo romano e tra i fondatori della cooperativa «Bravetta 80». A discutere con lui sul tema dell’«opzione libertaria fra politica ed anti politica» Matteo De Cesare, coordinatore provinciale Unicobas Scuola, Michele Schiavino, regista e critico cinematografico, e Massimiliano Amato del Centro studi «Gaetano Arfè» di Napoli. La discussione è stata preceduta dalla proiezione del film «Spagna 36» di Luis Bunûel. Un incontro vivace, che ha messo in luce la figura di Berneri, intellettuale della stessa generazione e dello stesso calibro di Pietro Gobetti, Carlo Rosselli ed Antonio Gramsci, dei quali fu stimato interlocutore. Perchè è stato dimenticato? Qual è stata la sua colpa?. «Semplicemente essere anarchico», spiega D’Errico. «Eppure la sua capacità teorica, con uno stile antidogmatico, traccia oggi più che mai il “programma minimo” per l’unico e l’ultimo socialismo possibile: quello libertario», aggiunge. Sì, in Berneri emerge la preoccupazione di affermare il primato dell’etica sulla politica, la cui “autonomia” è per lui all’origine dell’impossibilità d’ogni cambiamento progressivo. «Vero “liberale del socialismo” - osserva D’Errico - Berneri non contrastò solo il sistema capitalistico o il fascismo, bensì ogni ragion di stato e qualsiasi forma di totalitarismo, bolscevismo compreso».