Lettura di Kropotkin
di Mirko Roberti
Il pensiero di Kropotkin matura in un periodo storico in
cui lo sviluppo delle scienze e l'utilizzazione dei suoi risultati
influiscono largamente il pensiero sociale, economico, storico ed umanistico
più avanzato dell'epoca. Il "socialismo scientifico" da una parte il
"darwinismo sociale" dall'altra si contendono i primati della scienza, le
sue interpretazioni e le sue possibili implicazioni. Sotto questa spinta
"ambientale" e per la sua specifica formazione scientifica, Kropotkin viene
ad elaborare un ampio disegno teorico, non privo di ambizioni: innestare nel
pensiero anarchico la dimensione scientifica al fine di integrare entrambi
all'interno di un quadro sistematico e razionale. Questa posizione, che
esercitò un grande fascino e contemporaneamente provocò una serie
interminabile di polemiche nel campo anarchico, si qualificava in un duplice
piano. Da una parte confutare alcune verità "scientifiche" del socialismo e
di buona parte dell'intellighenzia "liberale", dall'altra, per
converso, tentare di dare una sistemazione compiuta teorico-scientifica
dell'anarchismo.
Ai fini di una sua utilizzazione attuale, il pensiero kropotkiniano risente
di questa impostazione ed è quindi necessario "selezionare" gli aspetti
teorici superati e propri della sua epoca, da quelli che conservano tutt'oggi
grande attualità.
Nell'impostazione di Kropotkin il rapporto tra scienza e anarchia si
configura come la possibilità, da parte dell'anarchismo, di utilizzare il
metodo di indagine e di analisi classico della scienza. Scrive Kropotkin, in
"La scienza moderna e l'anarchia": "Recentemente, noi abbiamo sentito
parlare molto del metodo dialettico, che i socialdemocratici raccomandavano
per elaborare l'ideale socialista. Noi non ammettiamo affatto questo metodo,
come del resto non lo riconosce nessuna delle scienze naturali.... Non una
delle grandi scoperte del secolo scorso, nella meccanica, nell'astronomia,
nella fisica, nella chimica, nella biologia, nella psicologia,
nell'antropologia, si deve al metodo dialettico. Tutte invece sono frutto
del metodo induttivo-deduttivo, il solo veramente scientifico".
L'identificazione di tale metodo con l'anarchismo è, per Kropotkin, una cosa
naturale; vi è in tale posizione il tentativo di innestare il pensiero
anarchico sulla tradizione dell'illuminismo francese, sottraendolo
contemporaneamente dal contesto storicistico-hegeliano di tradizione
tedesca. Ne consegue che l'analisi e la critica della disuguaglianza e dello
sfruttamento vengono condotte su molteplici piani e con una visione
sociologica e polivalente. Tipica è l'analisi dell'autorità. Mentre nella
tradizione storicistica-hegeliana essa è vista come conseguenza
dell'alienazione umana, come proiezione e delega delle proprie forze ad
altre di natura estranea, in Kropotkin essa viene ricondotta all'interno di
una spiegazione scientifica di carattere antropologico ed etnologico. La
legge, dice Kropotkin, espressione ufficiale dell'autorità, presenta
contemporaneamente due aspetti: il suo carattere è "l'abile fusione" delle
consuetudini utili alla società, consuetudini che non avrebbero bisogno di
leggi per essere rispettate, con altre consuetudini che offrono vantaggi ai
soli dominatori e sono quindi dannose alle masse, e debbono essere mantenute
dal timore delle pene.
La teoria kropotkiniana della scienza come strumento "oggettivamente"
libertario e rivoluzionario, caratteristico atteggiamento da "enciclopedista
francese", comune a Reclus e ad altri, non può essere oggi ritenuto attuale
ed utilizzabile. Il suo concetto di evoluzione deterministica come progresso
continuo verso forme di vita sempre più "umane e civili" e quindi
implicitamente libertarie ed egualitarie, risulta certo ottimistico di
fronte all'esperienza storica degli ultimi settanta anni. Nondimeno esso è
servito a mantenere un atteggiamento scientifico all'interno
dell'anarchismo, soprattutto a porre le basi per una sociologia libertaria,
che via via ha utilizzato le nuove scoperte scientifiche per dare maggior
forza e razionalità al pensiero anarchico.
Dall'analisi delle grandi contraddizioni sociali e dello sfruttamento del
lavoro umano da parte delle classi superiori, Kropotkin non vede altra
soluzione socio-economica che il comunismo. A differenza di Malatesta e
altri che, pur essendo comunisti, ammettevano altri possibili sistemi o
sottosistemi economici, Kropotkin conclude che l'unico sistema privo di
contraddizioni sociali e capace di rendere "piena giustizia a tutti" è e
rimane il comunismo libertario. Esso, a differenza del collettivismo e di
altri sistemi mutualisti, è il sole in grado di superare completamente,
attraverso l'abolizione del salario e di ogni altra legge del valore, tutte
le inevitabili disuguaglianze e sperequazioni.
Questo comunismo che si esplica integralmente attraverso la semplice norma
"ognuno secondo le sue forze, ad ognuno secondo i suoi bisogni", può essere
realizzato solo con la completa abolizione dello Stato. La dimensione
libertaria del comunismo kropotkiniano trova la sua conferma nello sviluppo
indefinito delle forze produttive, così che la libertà base per ogni
"ulteriore libertà" rimane quella dal bisogno. Ma questa libertà-base non è
sufficiente per creare una società anarchica, perché quest'ultima, come
vedremo più avanti, va costruita attraverso un piano armonico delle
strutture sociali, economiche e geografiche.
Il comunismo kropotkiniano, ammettendo il diretto passaggio dal sistema
dello sfruttamento al sistema della libertà dal bisogno, implicava con la
modalità libertaria della sua costruzione, una forma spontanea ed automatica
di socializzazione. Affiora qui uno dei punti controversi del pensiero di
Kropotkin: l'automatismo deterministico e scientifico.
Kropotkin veniva accusato, da parte anarchica, di eccessivo ottimismo, se
non di superficialità e semplicismo. A queste critiche si aggiungevano le
critiche marxiste e soprattutto le critiche di quella grande corrente di
pensiero del secolo scorso che dominò praticamente ogni atteggiamento
culturale e scientifico di avanguardia: il darwinismo divenuto, con i suoi
epigoni, "darwinismo sociale".
Il darwinismo sociale finiva col giustificare ogni forma di dominio e di
oppressione. "La lotta per la vita" e l'impossibilità di una forma sociale
libera ed egualitaria veniva utilizzata non solo dal pensiero borghese ma
anche da quello socialdemocratico di allora: infatti che cosa altro era la
teoria dell'élite, del comando e della gerarchia nel pensiero
socialista? Era riconoscere l'impossibilità dell'accordo non coercitivo e
quindi un modo indiretto di critica "all'utopismo anarchico", alla sua
fiducia nella libera, spontanea, creativa ed appassionata socievolezza delle
masse oppresse. Si trattava perciò, secondo Kropotkin, di dimostrare
scientificamente non solo la possibilità di tale socievolezza, ma di
"trovarla" già in atto nel mondo della natura e nello sviluppo
dell'uomo.
Con questa prospettiva di ampio respiro il pensiero kropotkiniano tentò di
definire un grande affresco del mondo animale ed umano, attraverso quella
visione "enciclopedica" e polivalente cui abbiamo accennato sopra. Questa
visione, che risentì in parte del clima culturale dell'epoca, conserva però
ancora una straordinaria vitalità, specialmente l'analisi riguardante la
storia comunale del medioevo.
Abbiamo detto che la libertà dal bisogno, nel pensiero kropotkiniano e
più in generale nel pensiero anarchico, non è sufficiente per realizzare
l'anarchia. In altri termini la libertà, per poter esprimere la sua
inesauribile vena creativa, deve passare dal segno negativo a quello
positivo per farsi proposta concreta e operativa.
Ora, tutto questo trova conferma teorico-pratica nel piano armonico della
libertà e dell'eguaglianza, che Kropotkin definì con geniale anticipazione
ottant'anni fa. Tale piano si esplica attraverso due aspetti complementari:
l'integrazione in ogni individuo del lavoro manuale con quello
intellettuale, l'integrazione geografico-sociale della città con la
campagna. I due aspetti sono complementari perché mirano al superamento di
due forme dello stesso fenomeno: la divisione gerarchica delle funzioni
sociali. E così come il lavoro intellettuale è dominante rispetto a quello
manuale, anche la posizione e la funzione della città è dominante rispetto a
quella della campagna: ne risulta che non si può integrare l'uno senza
integrare l'altro. I due aspetti così integrati costituiscono la struttura
federalistica ed armonica del piano kropotkiniano. Questa duplice e
contemporanea integrazione del lavoro, sia a livello individuale come a
quello sociale, assolve il compito della frantumazione del potere attraverso
la socializzazione del sapere e di ogni funzione dominante.
L'abolizione delle classi, nella visione sociologica di Kropotkin, assume un
disegno unitario e globale di contemporanea ed immediata conversione dal
sistema di sfruttamento e di dominio al sistema della libertà: abolizione
dello Stato e di ogni altra forma gerarchica socio-economica, decentramento
e federalismo dal semplice al composto, abolizione della duplice divisione
del lavoro per la loro integrazione, pratica immediata di comunismo libero e
di mutuo appoggio.... Vi è certo in questa visione una dose forse
preponderante di ottimismo e di fiducia, essa però, a nostro avviso, ha
accolto i tratti essenziali del disegno anarchico della società. Essa è
vista come un grande organismo dove tutte le funzioni risultano
interdipendenti attraverso la coesione del mutuo appoggio e dove vi è una
diversificazione sociale che non può mai farsi, con il decentramento e
l'integrazione del lavoro, meccanismo di dominio e di sfruttamento.
Rispetto al problema dell'autogestione, la concezione economica
kropotkiniana concede credito ad un sistema autarchico, che oggi risulta
assolutamente inattuale; è questo un aspetto superato della sua dottrina, ma
significativo in rapporto alla problematica dell'autogestione. La creazione
delle strutture sociali ed economiche decentrate veniva realizzata con
l'ulteriore integrazione dell'industria con l'agricoltura. Scrive Lewis
Mumford in "La città nella storia": "Con quasi mezzo secolo d'anticipo sul
pensiero tecnico ed economico contemporaneo, egli (Kropotkin) aveva intuito
che la duttilità e l'adattabilità delle comunicazioni e dell'energia
elettrica, unite alla possibilità di una agricoltura intensiva e
biodinamica, avevano posto le basi di una evoluzione urbana più decentrata
da svolgersi attraverso piccole comunità basate sul contatto umano diretto e
provviste dei vantaggi della città oltre che di quelli della campagna".
Con ottant'anni di anticipo Kropotkin aveva previsto che l'accentramento,
grande pregiudizio della stupidità autoritaria, avrebbe continuato
progressivamente a disumanizzare la vita: oggi i rappresentanti "borghesi" e
quelli del socialismo autoritario dibattono i problemi ecologici...
Mirko Roberti
Pietro Kropotkin nasce a Mosca nel 1842, da una ricca
famiglia nobile. Arruolatosi ventenne nell'esercito si interessa con
sempre maggior passione sia di problemi geografici sia delle nuove
idee populiste, studiando Herzen e Proudhon. Dimessosi
dall'esercito, continua per alcuni anni gli studi geografici, finché
nel 1871 si reca in Svizzera ed entra in contatto con gli ambienti
anarchici direttamente influenzati da Bakunin. L'anno successivo
torna in Russia e vi svolge attività rivoluzionaria ma viene
arrestato ed incarcerato. Nel 1876 riesce avventurosamente a fuggire
e si stabilisce in Inghilterra, pur continuando a spostarsi da un
paese all'altro. Fino al 1914 resta una delle figure più influenti
dell'anarchismo internazionale, con Malatesta ed E. Reclus. In
questi anni pubblica: Parole di un ribelle (1885), La
conquista del pane (1892), Campi, fabbriche e officine
(1898), Memorie di un rivoluzionario (1899), Il mutuo
appoggio (1902), La grande rivoluzione (1909), La
scienza moderna e l'anarchismo (1912).
Nel 1914 prende posizione a favore dell'interventismo rivoluzionario entrando in polemica con Malatesta. Nel 1917 torna in Russia e si schiera con la rivoluzione, criticandone però la degenerazione autoritaria imposta dai bolscevichi. Nel suo ritiro, nei dintorni di Mosca, scrive l'Etica (1920). Nell'estate del 1920 manda un appello ai lavoratori di tutto il mondo, in cui considera un fallimento la rivoluzione autoritaria bolscevica. Muore l'8 febbraio 1921 ed i suoi funerali, seguiti da centomila persone, sono l'ultima grande manifestazione anarchica in Russia. |
Il metodo scientifico Gli anarchici non subiscono il fascino delle "parole
altisonanti", poiché sanno che queste parole servono sempre a
coprire o l'ignoranza - cioè l'investigazione incompiuta - o, ciò
che è peggio, la superstizione. Ecco perché, quando si parla loro
questo linguaggio, essi passano oltre, senza fermarsi, e proseguono
il loro studio delle concezioni sociali e delle istituzioni del
passato e del presente, seguendo il metodo naturalista. E certo
trovano che lo sviluppo della vita della società è infinitamente più
complesso (e più interessante dal punto di vista pratico), di quanto
si potrebbe supporlo attenendosi alle formule metafisiche ed
aprioristiche. P. Kropotkin |
L'economia come fisiologia sociale Del resto, a noi, anarchici, l'economia politica si presenta
sotto un aspetto differente da quello che le attribuiscono gli
economisti, siano poi borghesi o social-democratici. Essi non sanno
rendersi conto di ciò che sia una "legge naturale" - malgrado la
loro grande predilezione per questa espressione - perché il metodo
scientifico induttivo è assolutamente ignoto e agli uni e agli
altri. Essi non s'accorgono che ogni legge di natura ha un suo
carattere condizionale, poiché si esprime sempre così: "Se
nella natura si presentano queste condizioni, il risultato sarà
questo o quest'altro. - Se una linea retta interseca
un'altra linea retta, in modo da formare degli angoli eguali dalle
due parti del punto d'intersezione, le conseguenze saranno le
seguenti. - Se soltanto i movimenti che esistono nello
spazio interplanetare agiscono sopra due corpi, e se non si
incontrano altri corpi agenti su questi due a una distanza che non
sia infinita, allora i centri di gravità dei due corpi si avvicinano
con una data velocità (legge della gravitazione universale)". P. Kropotkin |
Comunismo popolare Così si constata una figliazione diretta dagli "Arrabbiati" del
1973 e da Babeuf (1795) sino all'Internazionale. P. Kropotkin |
Il mutuo appoggio Così, quando più tardi la mia attenzione si rivolse ai rapporti
tra il darwinismo e la sociologia, non mi trovai d'accordo con
nessuna delle opere che furono scritte su questo importante
argomento. Tutti si sforzavano di provare che l'uomo, grazie alla
sua alta intelligenza ed alle sue esperienze, poteva
moderare l'asprezza della lotta per la vita tra gli uomini; ma essi
riconoscevano anche la lotta per i mezzi dell'esistenza di ogni
animale contro i suoi congeneri, e di ogni uomo contro gli altri
uomini, come "una legge della natura". P. Kropotkin |
Il libero Comune Quando noi diciamo che la rivoluzione sociale deve farsi
coll'affrancamento dei Comuni e che solo i Comuni, assolutamente
indipendenti, liberi della tutela dello Stato, potranno darci
l'ambiente necessario alla rivoluzione e il mezzo di compierla, ci
si rimprovera di voler richiamare alla vita una forma della società
già sorpassata, che ha fatto il suo tempo. "Ma il Comune - ci si
dice - è un fatto d'altri tempi! Cercando di distruggere lo Stato
per sostituirlo coi Comuni liberi, voi rivolgete gli sguardi al
passato: voi volete condurci in pieno medioevo, riaccendere fra di
essi le guerre antiche, e distruggere le unità nazionali così
faticosamente conquistate durante il corso della storia!". P. Kropotkin |
Il governo rivoluzionario Un "governo rivoluzionario!". Ecco due parole che suonano
stranamente all'orecchio di coloro che si rendono conto di ciò che
deve significare la Rivoluzione Sociale e di ciò che significa un
governo. Due parole che si contraddicono, si distruggono l'un
l'altra. Si sono veduti, infatti, dei governi dispotici, - per la
sua essenza qualunque governo abbraccia la reazione contro la
rivoluzione e tende necessariamente al dispotismo; - ma non si è mai
visto un governo rivoluzionario, ed a ragione. Ma se il governo, - fosse anche un governo rivoluzionario ideale,
- non crea una forza nuova e non presenta alcun vantaggio per il
lavoro di demolizione che dobbiamo compiere, - noi possiamo ancor
meno contare su lui per la susseguente opera di riorganizzazione. Il
cambiamento economico che risulterà dalla Rivoluzione Sociale sarà
così immenso e profondo, dovrà mutare talmente tutte le relazioni
odierne basate sulla proprietà e lo scambio, - che è impossibile, a
uno o a pochi individui, di elaborare le forme sociali che devono
nascere nella società futura. Questa elaborazione di nuove forme
sociali non può farsi che col lavoro collettivo delle masse. Per
soddisfare alla immensa varietà delle condizioni e dei bisogni che
nasceranno il giorno in cui la proprietà individuale sarà abolita,
occorre la flessibilità dello spirito collettivo del paese.
Qualunque autorità esterna non sarà che un inciampo, un impedimento
a questo lavoro organico da compiersi, e, quindi, una fonte di
discordie e di odi. P. Kropotkin |
L'integrazione del lavoro Una volta, gli uomini di scienza, e particolarmente quelli che
maggiormente contribuirono ai progressi della fisica, non
disprezzavano il lavoro manuale. P. Kropotkin |