GRECIA: ASSASSINIO DI STATO
Ad Atene sabato 6 novembre alla sera, in una via del quartiere Exarchia,
Andreas Grigoropoulos, un ragazzo di 15 anni, è stato assassinato a
sangue freddo da un poliziotto.
I comunicati ufficiali hanno parlato inizialmente di un incidente
causato da una precedente aggressione di un gruppo di anarchici contro
un auto della polizia; l'agente avrebbe sparato due colpi in aria e uno
a terra, il colpo rimbalzando avrebbe colpito il giovane.
La realtà dei fatti è ben diversa: un gruppo di ragazzi stazionava in
una via di fronte ad alcuni pub, un auto della polizia è passata nei
pressi ed è stata oggetto di alcune battute offensive, dopodiché i
poliziotti hanno risposto a loro volta con offese e dal gruppo dei
ragazzi sono partite alcune bottiglie vuote che hanno colpito l'auto
della polizia che subito dopo si è allontanata. Passati alcuni minuti,
due poliziotti a piedi hanno raggiunto con le pistole in pugno i ragazzi
chiedendo spiegazioni del loro atteggiamento. Non c'è stato il tempo
neanche di una risposta, uno dei poliziotti ha sparato tre colpi di
rivoltella nei confronti del giovane Grigoropoulos che raggiunto al
cuore è caduto esangue ed è morto poco dopo il ricovero in ospedale. I
poliziotti responsabili dell'assassinio si sono, immediatamente dopo,
dileguati lasciando i cittadini presenti terrorizzati e increduli.
I molti testimoni da subito hanno denunciato la precisa dinamica con la
quale l'agente ha colpito il regazzo, tanté che il governo è dovuto
ritornare su i suoi passi, facendo arrestare i poliziotti e scusandosi
con la famiglia della vittima nel vano tentativo di soffocare la giusta
protesta che poco dopo ha travolto tutte le principali città della Grecia.
Nelle giornate di domenica e lunedì migliaia di persone sono scese nelle
strade in diverse città da Atene a Salonicco, da Ioannina a Creta ecc.)
scontrandosi ripetutamente con le forze dell'ordine con danneggiamenti
di auto, banche e negozi e il ferimento di decine di persone tra agenti
e manifestanti.
L'esplosione di tanta violenza e rabbia ha scandalizzato e sorpreso
l'opinione pubblica nazionale e internazionale ma il vero responsabile
di tutto ciò va cercato altrove e si chiama Kostas Karamanlis. Capo di
un blocco conservatore di cui è perno il partito della Nuova democrazia,
insediatosi nel 2004 come presidente del governo, si è da subito
contraddistinto per una politica fortemente neoliberista privatizzando
alcune aziende pubbliche e varando alcune nuove riforme sulle pensioni e
il mercato del lavoro. Questa politica in cinque anni ha avuto come
effetto l'impoverimento del potere d'acquisto della gran massa dei
lavoratori, una crescente disoccupazione e precarietà del lavoro
soprattutto tra le fasce giovanili. Inoltre, una politica di
incentivazione alla produttività con scarsa attenzione alla sicurezza
sul lavoro è all'origine di diversi incidenti che si sono verificati
negli ultimi mesi, tra cui quello più grave nei cantieri navali di
Perama vicino al porto del Pireo, dove sono morti 8 operai. Il governo è
stato più volte al centro di scandali finanziari ed è responsabile
dell'incuria nell'organizzazione dei soccorsi alla popolazione colpita
dal devastante incendio dell'estate del 2007, incuria che lo ha portato
alle prime dimissioni. Rieletto presidente nel settembre 2007 Karamanlis
e il suo governo ha risposto alla crisi economica e politica accelerando
i propri programmi di privatizzazione, irrigidendosi nei confronti
dell'opposizione e attuando un maggiore controllo sociale e repressivo.
In particolare il governo Karamanlis si è distinto nella caccia gli
anarchici, cercando di far cadere sul movimento anarchico la
responsabilità dell'aumento della tensione sociale. Infine, negli ultimi
mesi è stata varata una riforma universitaria simile per certi versi a
quella attuata in Italia dal governo Berlusconi.
Mercoledì 10 novembre si svolgerà in tutta la Grecia uno sciopero
generale contro il governo Karamanlis e contro la sua politica economica
e sociale. È importante che da tutto il mondo giunga un messaggio di
solidarietà internazionalista ai lavoratori greci, ai compagni vittime
della repressione e a quelli che stanno lottando per difendere la
dignità della vita umana e il diritto a costruirsi un mondo dove la
libertà e la giustizia sociale non siano un'opzione da applicare ogni
tanto.
Alcune compagne e compagni del circolo culturale biblioteca Franco
Serantini