Il giorno della memoria: 27 gennaio 1945 - 2005 

Il genocidio nazional socialista dei Sinti e
dei Rom

 

La base per la politica razziale nazionalsocialista non era costituita soltanto dal mortale antisemitismo ma anche dall’immagine del nemico «Zingaro» che troverebbe «fondamento» nella biologia. Nell’ambito della legislazione di Norimberga definiti, come anche gli ebrei, «strani di razza e di sangue», i Sinti e I Rom furono sistematicamente privati dei loro diritti ed emarginati da tutti gli spazi della vita pubblica.

Un ruolo importante in questo processo ebbero gli studiosi delle razze, che collaboravano strettamente con l’apparato delle SS. I medici e gli antropologi, come ad esempio Robert Ritter, direttore del «Rassenhygienischen Forschungsstelle»,
l’istituto per la ricerca sull’igiene delle razze, fondato a Berlino nel 1936, giustificava il genocidio ideologicamente e creava le basi per la sua realizzazione attraverso la registrazione di tutti i Sinti e Rom che vivevano nel Reich. La circolare di Himmler dell’8 dicembre del 1938 faceva esplicito riferimento alla rassenbiologische Forschung, studio della biologia delle razze; fondamentale per il processo della persecuzione. Nella parte introduttiva metteva in evidenza la necessitava di una soluzione finale per la questione degli «zingari». In questo periodo centinaia di Sinti e Rom erano già internati nei campi di concentramento, dove gli ebrei, loro compagni di sventura, erano esposti al terrore delle SS.

Il 27 aprile del 1940 Himmler diede l’ordine per la deportazione dei primi 2500 Sinti e Rom nel Governatorato polacco.

Il 16 maggio del 1944 ci fu il primo tentativo di «liquidazione» dello Zigeunerlager, che significava uccidere tutti gli internati nelle camere a gas; in questo momento ad Auschwitz-Birkenau 6000 uomini dei 23 000 Sinti e Rom erano ancora vivi. Il tentativo fallì a causa della resistenza degli internati, tra i quali vi erano anche molti ex soldati della Wehrmacht, che avevano ricevuto una soffiata alla vigilia e si erano quindi barricati nei block, con attrezzi e armi di fortuna; per tale motivo le SS furono costrette a interrompere l’azione di sterminio.

In seguito tutti i Sinti e Rom classificati fra quelli in grado di lavorare, furono selezionati e deportati in altri campi di concentramento del Reich per, come si disse, «ucciderli attraverso il lavoro». In tutto rimasero ad Auschwitz circa 2900 Sinti e Rom, soprattutto uomini vecchi e malati, madri e bambini.

Per realizzare il progetto di chiusura dello Zigeunerlager, nella notte fra il 2 e il 3 agosto del 1944, tutti furono portati nelle camere a gas.

dal libro «Voci della memoria»