Il giorno della memoria: 27 gennaio 1945 - 2005 |
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Il genocidio nazional
socialista dei Sinti e
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La base per la politica razziale nazionalsocialista non era costituita soltanto dal mortale antisemitismo ma anche dall’immagine del nemico «Zingaro» che troverebbe «fondamento» nella biologia. Nell’ambito della legislazione di Norimberga definiti, come anche gli ebrei, «strani di razza e di sangue», i Sinti e I Rom furono sistematicamente privati dei loro diritti ed emarginati da tutti gli spazi della vita pubblica. Un ruolo importante in questo processo ebbero gli
studiosi delle razze, che collaboravano strettamente con l’apparato
delle SS. I medici e gli antropologi, come ad esempio Robert Ritter,
direttore del «Rassenhygienischen Forschungsstelle», Il 27 aprile del 1940 Himmler diede l’ordine per la deportazione dei primi 2500 Sinti e Rom nel Governatorato polacco. Il 16 maggio del 1944 ci fu il primo tentativo di «liquidazione» dello Zigeunerlager, che significava uccidere tutti gli internati nelle camere a gas; in questo momento ad Auschwitz-Birkenau 6000 uomini dei 23 000 Sinti e Rom erano ancora vivi. Il tentativo fallì a causa della resistenza degli internati, tra i quali vi erano anche molti ex soldati della Wehrmacht, che avevano ricevuto una soffiata alla vigilia e si erano quindi barricati nei block, con attrezzi e armi di fortuna; per tale motivo le SS furono costrette a interrompere l’azione di sterminio. In seguito tutti i Sinti e Rom classificati fra quelli in grado di lavorare, furono selezionati e deportati in altri campi di concentramento del Reich per, come si disse, «ucciderli attraverso il lavoro». In tutto rimasero ad Auschwitz circa 2900 Sinti e Rom, soprattutto uomini vecchi e malati, madri e bambini. Per realizzare il progetto di chiusura dello Zigeunerlager, nella notte fra il 2 e il 3 agosto del 1944, tutti furono portati nelle camere a gas. dal libro «Voci della memoria» |