Il giorno della memoria: 27 gennaio 1945 - 2005 |
|
La persecuzione degli omosessuali |
di Giovanni
Dell'Orto (*) In Italia dal 1936 al 1939, circa un centinaio di omosessuali sono inviati al confino politico per trasgressioni contro le leggi sulla difesa della razza italiana, in quanto dal 1936 il fascismo considera i comportamenti omosessuali come una forma di attentato contro la purezza della razza italiana. Nel 1939, allo scoppio della seconda guerra mondiale, il fascismo sceglie di rimandare a casa tutti gli omosessuali trasformando il confino politico in ammonizione (una sorta di domicilio coatto) e archivia la questione. Da quel momento gli omosessuali verranno colpiti, come prima del 1936, dal confino riservato ai criminali comuni, e non più a quelli politici. Diverso è il caso del nazismo: in Germania, sulla base d’un articolo del codice penale tedesco (il famigerato «paragrafo 175»), inasprito nel 1933 dal regime nazista, gli omosessuali vengono perseguitati seriamente come uno dei gruppi che attentano alla purezza razziale del Volk tedesco. Si assiste a una dura persecuzione degli omosessuali, che vengono mandati a migliaia in vari campi di sterminio, in particolare ad Auschwitz e Dachau, pur senza un programma d’eliminazione fisica totale, quale quello che hanno subito ebrei o zingari. A una parte degli omosessuali arrestati fu inflitta la castrazione, altri se la cavarono con il carcere; una grottesca circolare di Göring prescrive che nessun omosessuale celebre artista, ballerino o attore sia mandato in un lager senza il suo permesso… Le cifre della la persecuzione nazista degli omosessuali, l’«Omocausto», sono molto divergenti, dalla valutazione minimalista di Rüdiger Lautmann (che stima in 10-15 000 il numero gli omosessuali deceduti nei lager nazisti) fino alle cifre molto più elevate di chi, partendo dalle centinaia di migliaia di condanne criminali per omosessualità nel periodo del Terzo Reich, arriva fino a una stima di un milione di persone. Con l’apertura degli archivi statali conservati a Berlino Est sembra realistico ipotizzare un numero di vittime di circa 30-40 000 unità. Il nazismo non ha puntato a un puro e semplice sterminio fisico degli omosessuali, ma ha alternato sforzi per far «rientrare nei ranghi» gli omosessuali e campagne di liquidazione fisica, queste ultime soprattutto per togliere di mezzo gli omosessuali più visibili e per distruggere fisicamente un movimento di liberazione omosessuale molto vivace, assassinandone i militanti.
(*) Storico, direttore del mensile gay italiano «Pride»dal libro «Voci della memoria» |