Camillo Berneri,
Bellissimo libro, anche nella veste tipografica, (ricca di fotografie e documenti), questo, curato da Giuseppe Galzerano, anche storico e studioso, autore di una "Postfazione editoriale", in realtà importantissima testimonianza storico – bibliografia su Berneri e su questa sua opera non rivista (Berneri morì ucciso dagli stalinisti il 5 maggio 1937) ma pubblicata quanto oscurata già all'epoca. Oltremodo significativa e documentata anche l'accurata prefazione di Claudio Venza, studioso della storia della Spagna e della Catalogna.
Il libro di Berneri, storico a sua volta (allievo e amico di Gaetano Salvemini), oltre che militante libertario, combattente per la Spagna repubblicana, demistifica un importante aspetto, quello della mania imperialistica di Mussolini e del fascismo tutto, che voleva non solo "spezzare le reni alla Grecia", ma anche creare un impero mediterraneo ad Ovest, scegliendo un po’ improvvisamente le isole Baleari, servendosi di informatori occhiuti e non molto perspicaci. Ben altra cosa rispetto alla grandeur napoleonica, imperialistica fin che si vuole, ma che, a livello strategico ed economico, almeno sceglieva i suoi obiettivi non a caso.
Berneri, da sempre fin troppo modesto (come Galzerano, d'altronde), afferma (ed è vero) di procedere per documenti e dai documenti, creando un dossier: "Non ho la presunzione di aver fatto opera di storiografia, ma ho la certezza di aver utilizzato i documenti con la scrupolosità di uno storico onesto" (op. cit., p.158).
Un'opera, in realtà importantissima, analiticamente critica, ossia l'unico modo per affrontare seriamente il tempo e la "lezione politica" della storia, un motivo per il quale, a differenza dell'anarchismo bakuniano e di altri "ismi" libertari, la posizione di Berneri, purtroppo morto prematuramente, appare come estremamente attuale per capire la guerra di Spagna, ossia i motivi della sconfitta di una società libertaria e socialista, ma anche i prodromi della Seconda Guerra Mondiale.
Assieme alle analisi psicologico – sociali di Reich e della scuola di Francoforte (da Fromm a Marcuse) sull’autoritarismo e le radici dell'imperialismo e del fascismo che sboccano necessariamente nella guerra, Berneri, attento anche a questo (era uno dei pochissimi studiosi italiani a leggere e approfondire Freud), riusciva analiticamente e con il rigore dello studio specifico a demolire le pre-condizioni di quell'autoritarismo che riuscirà sempre, ove non contrastato, a rendere impossibile una società socialista e libertaria.
(da“Cenerentola”, n.° 83 - 2006)