Dalla padella di Berlinguer alla brace della Moratti

(recensione di: Emilio Parresiade, “La scuola del P(l)of”, edito da Michele Di Salvo – Napoli)

 

Si aggiunge all’elenco dei testi di lamentazione sulla Scuola post-autonomia,questo glossario a firma pseudonima di Emilio Parresiade.

Se la professoressa Paola Mastrocola si sfogava raccontando al suo cane il disagio di sentirsi oramai una superstite  e il professor Giovannone si esponeva coraggiosamente alla lapidazione da parte dei suoi alumni che aveva invitato a scrivere temi dal titolo :”Perchè non sarò mai un professore”, l’insegnante autore del libro  in questione, ha scelto invece la forma del glossario per raccontare la discesa nel baratro della Scuola Superiore e smaltire un po’ della bile accumulata negli ultimi anni.

Parresiade è duro e sarcastico,spesso scurrile e al limite della coprofilia, ecco la sua definizione del famigerato Pof (per i non addetti ai lavori il Piano dell’Offerta Formativa elaborato ogni anno dagli Istituti  ed indirizzato a studenti e famiglie) : “Il corpo dell’utente…si accascia sulla ciambella di salvataggio del water e ploffete…ploffete…ploffete…plof! Ogni nome porta con sè un destino”.

Anche la dedica “a tutti i miei superiori di ogni ordine e grado” evoca atmosfere escrementizie :”A loro un grazie di cuore dalle commosse regioni del muscolo sfinterico”.

Ancora cacca nella Premessa dove si dice : “L’autore…non guarda alla scuola nè da destra nè da sinistra ,ma, ahilui, dal di dentro: immersovi fino al collo, costretto ad annusarne quotidianamente le esalazioni…”.

Insomma gli Istituti Superiori italiani odorano di fogna:sarà per questo che studenti e professori ci entrano ogni mattina a denti stretti?

Nel mentre, da decenni oramai il docente italiano maschio “abdica e latita”.

La Scuola italiana è femminile:concede tanto tempo libero e distribuisce stipendi bassi.

E’ una Scuola “comprensiva” come i suoi pachidermici Istituti ,talmente grandi da essere praticamente ingovernabili.

E’una Scuola così flessibile alle esigenze del territorio,così versatile ed aperta:”Non si può negare che la scuola dell’autonomia, con la sua economia curtense e neofeudale, si confaccia specialmente ai mille volti dell’eterno femminino:mamma, massaia, tenera balia e astuta seduttrice, commessa, hostess, valletta, segretaria contabile del capo…”.

E’ una Scuola dove si pensa di introdurre “quote celesti”, la femminilizzazione del corpo insegnante è evidente : tra i suoi effetti collaterali c’è anche una sindacalizzazione bassissima?

Alla lettera S come Sindacato ,Parresiade dice :”Eccoci alla voce più imbarazzante!…Ebbene, i s.d.s. (sindacati della Scuola) registrano al loro attivo, le seguenti prodezze: stagnazione degli stipendi dei docenti ai livelli di un portalettere o di uno spazzino. Aumento vertiginoso…delle loro incombenze burocratiche e logistiche… Ogni categoria, d’altra parte, ha il sindacato che merita. Dio li fa e poi li accoppia.”.

Giustissimo! Il bello della democrazia è proprio questo : dare tessere e voti e quindi forza ad associazioni sindacali che, per esempio, poi ti tolgono la libertà di partecipare ad assemblee che non siano le loro, che continuano ad ignorare nei contratti nazionali i diplomi di laurea di maestre e maestri costretti ancora ad un orario maggiorato del 30% rispetto a quello dei colleghi di Medie e Superiori (24 ore settimanali contro 18) che però produce, paradossalmente, stipendi inferiori.

I dirigenti dei sindacati firmatari di questi contratti, invece di “essere appesi alla poppa di un transatlantico come esca per i pescecani” , come suggerisce Parresiade, sono premiati da incrementi di consensi .

Un esempio illuminante sono stati i risultati delle elezioni Enam ( votavano solo i docenti di Scuola Materna ed Elementare) : la Cisl, nove anni fa fu beneficiaria di una gigantesca “idiosincrasia” elettorale (4000 voti, da votanti inesistenti, attribuiti a tale sindacato e allo SNALS, con l’eliminazione di un seggio per l’Unicobas), naturalmente rimasta senza spiegazioni e responsabili. Quest’anno la Cisl è stata premiata con una valanga di voti che, a Roma, le hanno fruttato due seggi su quattro all’interno di un ente che gestisce milioni di euro provenienti dalle tasche degli insegnanti.

Ma il bello della democrazia è anche lamentarsi ed inveire contro i danni prodotti da quei sindacati ai quali però si danno forza e sostegno economico.

E’ arrabbiato il nostro professore e ne ha ben donde, appartiene alla sempre più sparuta schiera di chi vorrebbe insegnare, di chi crede nella trasmissione del sapere. Appartiene alla categoria di quegli insegnanti che sul comodino hanno saggi e romanzi e non circolari ministeriali o depliants turistici.

Siamo felici di aver conosciuto un altro docente-scoglio che resiste al flusso di una marea liquida che dell’acqua ha la forma e condividiamo con lui la convinzione che il male peggiore che si possa fare ad un giovane è lasciarlo sguazzare nelle sabbie mobili e puzzolenti dell’ignoranza.

 

Simonetta Frau (l’AltrascuolA Unicobas – Roma)

La scuola del p(l)of

Di Emilio Parresiade

Editore Michele di Salvo

Prezzo 7 Euro