DOSSIER MERCIER VEGA
VI PROPONIAMO LA LETTURA DI UN'INTERVISTA RILASCIATA DA LUIS MERCIER VEGA, A
NOSTRO GIUDIZIO UNA DELLE FIGURE PIU' IMPORTANTI DELL'ANARCHISMO DI QUESTO
SECOLO.
LA SUA ATTIVITA' HA SPAZIATO DAL SINDACALISMO, ALLA RIVOLUZIONE SPAGNOLA,
AGLI STUDI SULL'AMERICA LATINA AGLI STUDI SOCIOLOGICI;DI PARTICOLARE RILIEVO
GLI STUDI SULLA NUOVA CLASSE DOMINANTE, LA TECNOBUROCRAZIA.
MERCIER VEGA E' MORTO, SUICIDA, 20 ANNI FA.
Parliamo del Sud America.Cominciamo da una "tragedia" che merita qualche
riflessione: l'abbattimento del governo di Unidad Popular di Allende da
parte di Pinochet; quali furono le cause che determinarono la sua caduta,
visto che attribuire tutto esclusivamente alla CIA non č una spiegazione?
L'esperimento della presidenza di Salvador Allende si inserisce nella
corrente iniziata dal Frente Popular del 1938 col radicale Aguirre Cerda,
molto tempo dopo proseguita dal democristiano Eduardo Frei e che risponde
alla necessitá di mobilitare le risorse materiali ed umane della nazione per
organizzare meglio la produzione ed avere un ruolo concorrenziale sui
mercati internazionali, perseguendo una maggiore indipendenza in rapporto
coi proprietari o finanzieri stranieri soprattutto statunitensi.
La vecchia oligarchia cilena-latifondista e mineraria-non era piů in grado
di affrontare i problemi della competitivitá moderna;non esisteva nemmeno
una borghesia nazionale-nel senso di un capitalismo combattivo ed audace di
tipo europeo, nordamericano o brasiliano-disposto a svolgere il suo ruolo
"storico". D'altra parte, come in altre regioni del Cono Sud, il
proletariato, minoritario, non svolgeva alcuna offensiva conquistatrice. Il
vuoto parzialmente riempito con elementi della borghesia,che andranno a far
parte di amministrazioni e servizi dello Stato. La CORFO-Corporación de
Fomento-, nata con Aguirre Cerda, assunse grande importanza con Frei e
giunse a costituire il settore economico piů importante del paese sotto
Allende, offre l'esempio migliore della trasformazione dello Stato, semplice
strumento al servizio delle classi privilegiate, in una classe nuova,
proprietaria ed imprenditrice.
Nonostante l'ideologia o la fraseologia molto differente, gli strati sociali
che contribuiscono a creare -ed a sfruttare-la struttura politica,
amministartiva e tecnica del governo di Unidad Popular, non appartenevano nč
alla classe operaia nč a quella agricola, ma alle classi intermedie, senza
fortuna, ma con "competenza".
Ciň che rovinó Allende fu, da un lato, l'incoerenza della coalizione
politica che lo sosteneva-ad esempio, il Presidente non potč mai controllare
il suo stesso partito, quello Socialista-come pure il rispetto di un gioco
parlamemtare che non aderiva alla caratteristica delle trasformazioni
sociali in corso e, dall'altro, gli errori di calcolo nelle previsioni dei
tecnocrati piazzati nei posti chiave dell'economia e delle
finanze,nazionalizzando o lasciando nazionalizzare le aziende statunitensi e
sperando di conservare o ottenere crediti dalle tradizionali fonti
nordamericane ed europee sopravvalutando la quantitá dell'eventuale aiuto
dell'Unione Sovietica o del Comecon. Il cocktail di formule rivoluzionarie,
di elettoralismo e di egoismi di partito,tutto sotto la bandiera di Union
Popular, non resistette alla prova dei fatti,cioč alla naturale
classificazione di "quelli che stanno in basso",entusiasti per gli slogan
socialisti, ma manipolati come oggetti, e quelli che giungevano al potere e
speravano di continuare a sfruttare la spinta popolare per eliminare
definitivamente i vecchi strati dirigenti.
La caduta fu dovuta anche, naturalmente, alla resistenza dei possidenti
terrieri, dell'oligarchia finanziaria e del settore delle classi intermedie
che componeva il vecchio sistema, al blocco commerciale organizzato da
Washington.Senza contare il ruolo decisivo delle Forze Armate, cui si
appoggió Allende, e che rappresentavano-illusione costante nelle sinistre-la
"garanzia" di un gioco pulito.Un appoggio che in fin dei conti si trasformó
in potenza liquidatrice. Con rarissime eccezioni il proletariato non
partecipó direttamente alla gestione, ma serví all'esaurimento, come folla
per ovazioni e sfilate.I sindacati erano nella loro immensa maggioranza
policizzati,cioč, erano strumenti e non centri di decisione.Tra i contadini
la situazione era un po' diversa, grazie alla disatribuzione di terra
cominciata sotto il regime di Frei e proseguita sotto la presidenza di
Allende.Ma il Cile é un paese lungo 4000 km e le situazioni sono diverse
tra, per esempio, la pianura centrale e il sud.
Negli ambienti "progressisti", Guevara e Castro sono esseri divini che
vengono costantemente adorati.Il cantante catalano PI de la Serra, ad
esempio, ha composto una filastrocca dedicata alla Cuba di Castro (nella
canzone "Cuba 75": "el sol es el mateix,la vida es nova/hi ha un neu riu
feliç, no pasa gana/ a Cuba ja no la para ni Deu",ecc.-"il sole č lo stesso,
la vita č nuova/c'é un bimbo che ride felice,non esiste la fame/nemmeno Dio
puň fermare Cuba" ecc.) Cosa pensi della Cuba castrista?
Che la Cuba castrista possa ancora suscitare un entusiasmo "socialista" in
determinati settori č dovuto o alla necessitá fisica di entusiasmarsi,-cosí
come esiste la necessitá di gridare o camminare a testa in giů quando ci si
annoia-o ad una ignoranza totale di ció che č oggi il regime castrista.La
lettura di 'Gramma', organno ufficiale del PC cubano, partito unico ed unico
potere, sarebbe sufficiente per tornare alla realtá, una realtá che non
provoca entusiasmo.
Oggi Cuba č una nazione la cui gioventů e la manodopera sono militarizzate,
con una politica onnipresente attraverso i Comitati di Difesa della
Rivoluzione, con un partito gerarchizzato-Fidel Castro che parla e Raul
Castro che controlla la macchina-con un'informazione uniforme e una politica
estera assoggettata-economicamente e militarmente alla strategia sovietica.Pensare
, ad esempio, che l'intervento cubano in Angola sia stata un'iniziativa
spontanea ed entusiasta del popolo non puó spiegarsi che nella cecitá totale
di certi intellettuali che vedono nella sinistra il moderno modo per
arrivare al potere, o nel loro fondamentale disprezzo per la veritá
Da una situazione caratterizzata dall'odio popolare e collettivo verso il
regime di Batista, dallo sforzo di tutti per spazzare via quella dittatura
in stato di decomposizione, nacque in breve un tipo di potere personale e
mafioso, tipico delle Antille, che per sopravvivere e rafforzarsi si gettó
in avventure economiche disastrose, creó un apparato politico-poliziesco e
passó dall'assoggettamento all'egemonia nord-americana al servizio dei
sovietici.
Tutte le forme di democrazia, ogni opposizione, ogni metodo di
autodeterminazione vennero eliminati. I metodi dell'imperialismo
nordamericano imbecille di Washington non devono servire da scusa per
giustificare il carattere totalitario del regime castrista attuale, in cui
la classe dirigente č composta da burocrati e da militari, da funzionari e
da poliziotti, prodotti del classico sistema del partito unico, cioč dello
Stato-classe, della tecnoburocrazia.
Il capitolo Che Guevara meriterebbe una discussione differente, ma nč il
valore, nč la fine tragica dell'uomo giustificano i suoi errori economici
tremendi, nč la fallacia delle sue teorie e delle sue tecniche di
guerriglia.
Hai scritto un libro sul peronismo.Potresti parlarci brevemente del
peronismo?Che cosa rappresentavano i sindacati peronisti?
Esisteva un movimento sindacale numeroso e coraggioso-con le sue tre
correnti anarchica, socialista e sindacalista-ed una volontá operaia per
trasformare la societá argentina fino al golpe militare di Uriburu, nel 1930.Da
quell'anno il sistema di potere oscilla in permanenza tra un parlamentarismo
ad imitazione dei modelli europei e l'intervento delle forze armate. La
guerra mondiale favorě le esportazioni, e limitó le importazioni, portando
un certo sviluppo dell'industria per un mercato interno in espansione.
Giunse l'ora di Peron:installň nelle forze armate un apparato di controllo
interno-Grupo Obra de Unificacion- rafforzó la sua posizione attraverso la
mobilitazione delle moltitudini delle zone rurali spinte verso i centri
urbani:istituí le leggi sociali, costituí una CGT unica cui ogni salariato
doveva aderire e fondó opere filantropiche-e propagandistiche-con fondi
pubblici.Le organizzazioni operaie autentiche vennero eliminate con la
corruzione o l'arresto dei militanti, le persecuzioni, la censura.
Il peronismo ebbe successo e la sua fama continuň nel periodo delle vacche
grasse. Alla fine della guerra, la concorrenza commerciale internazionale si
rifece sentire e le riserve di valuta accumulate svanirono. Nel 1955, con le
FF.AA scontente ed una situazione economica difficile, Peron sparě senza
resistenze.
Ma per quasi 20 anni il ricordo del peronismo,"dei bei tempi" verrŕ
utilizzato da una serie di correnti - di destra e di "sinistra" - come
fattore politico ed elettorale, come pretesto inoltre per una serie di
negoziati. I governi che si susseguono, civili o militari, mantengono
intatta la macchina sindacale della CGT, col suo apparato di funzionari,
tecnici e gangsters: continua ad essere una macchina eccellente per
inquadrare e disciplinare le masse operaie.
Non esistono piů - salvo alcune organizzazioni di categoria che hanno
mantenuto i loro metodi di indipendenza e di lotta sotto tutte le dittature
- organizzazioni operaie autentiche, democraticamente autonome, ma "masse",
cioé materia prima plasmata dalla propaganda e senza volontŕ propria.
Di fatto, Peron era morto politicamente molto tempo prima della sua morte
fisica, ma i suoi metodi, purtroppo, rimangono. Senza contare che,
fondamentalmente, non si nota alcun cambiamento nella struttura sociale del
paese, se non l'aumento quantitativo del settore terziario.
Quali cause provocano la nascita di gruppi di guerriglia nell'America
Latina e che ruolo hanno nella societŕ?
Le guerriglie nell'America Latina sono, nella loro grande maggiornaza, ciň
che ho chiamato una tecnica di contro - Stato. Cioč non sono scaturite
direttamente da un movimento sociale senza possibilitŕ di esprimersi per
mancanza di libertŕ, ma nascono da un calcolo politico e da una volontŕ di
conquista del potere.
Naturalmente, questa definizione esige correzioni secondo il luogo e
l'epoca, ma vale per quasi tutte le esperienze, poco note e tuttavia
esaltate... in Europa. La loro composizione sociale č rivelatrice: non si
tratta di operai o di contadini, ma essenzialmente di "intellettuali",
universitari o studenti, che cercano - o meglio hanno cercato - di
innestarsi su situazioni sociali potenzialmente rivoluzionarie.
Ma le esperienze del Che in Bolivia, ad esempio, o i tentativi del 1965 in
Perů, dimostrano chiaramente che la creazione di 'focos' non suscitava
alcuna risposta tra i contadini poveri.
La nostra critica non č di tipo pacifista. Riteniamo, ad esempio, che la
resistenza, a volte in forme insurrezionali, dei contadini boliviani
dell'Altipiano o delle vallate di Cochamamba, sono prodotti diretti della
volontá degli interessati e meritano rispetto e appoggio. La stessa cosa
vale per le lotte dure, continue, violente di tutte le comunitá indie delle
vallate peruviane.Sappiamo per esperienza che la guerriglia puó nascere come
espressione ed avanguardia di un popolo che non ha altra risorsa che la
violenza, una popolazione che mantiene con tutti i mezzi gli elementi usciti
dal suo seno per aprire la strada.
Ma questa funzione naturale della guerriglia non ha niente a che vedere con
le teorie e le esperienze di avventurieri-o letterati-politici alla ricerca
di una scorciatoia per arrivare al potere.E' pericoloso per il movimento
operaio stesso e per la causa rivoluzionaria chiudere gli occhi, per
romanticismo, sulle realtá che certi nomi nascondono.Come, ad esempio, sulle
origini, la mentalitá ed il comportamento dei Montoneros argentini, tra i
quali si trovano i peggiori nazionalisti, antisemiti, cattolici integralisti
e avanzi di mercenari peronisti, e tutti disprezzano fondamentalmente le
"masse".
Come analizzi i regimi militari dell'America Latina definiti, alcuni di
essi, di "sinistra", come quello di Juan Velasco Alvarado in Perů?
Ogni struttura politica dell'America Latina-costituzioni, partiti,
parlamenti, presidenti-venne importata dall'Europa e dagli Stati Uniti.Non č
adeguata alle strutture delle societá locali.Da ció vengono le crisi
permanenti.A volte, durante i periodi di relativa prosperitá economica le
istituzioni funzionano.Ma al primo segno di crisi ricompare il caudillo,
civile o militare.Una versione piů moderna č stata il populismo, cioč una
demagogia basata sulla mobilitazione del popolo e la sostituzione delle sue
realtá con "rappresentanti" ufficiali.
Oggi le Forze Armate costituiscono una macchina di potere, la cui funzione č
cambiata.Non č piú uno strumento dell'oligarchia, ma un decisivo settore
dello stato, una parte essenziale delle nuove classi dirigenti.Un fenomeno
che ha i suoi teorici, come il generale Golbery in Brasile ed i suoi centri
di studio, come il Centro de Altos Estudios Militares (CAEM) in Perú.
Fenomeno che ha pure i suoi lati tragicomici-piú tragici che comici-come in
Paraguay, in cui i traffici di contrabbando sono controllati e organizzati
dall'esercito stasso. Per giungere a mobilitare ed entusiasmare la
popolazione povera,la Giunta militare peruviana si č servita per un certo
periodo del vocabolario socialista e di numerosi intellettuali di estrema
sinistra, che dipingevano di rosso decreti che di fatto erano misure di
organizzazione e pianificazione del,paese-materie prime e manodopera-di tipo
tecnoburocratico.
Il fatto che i generali "di sinistra" vennero poi sostituiti da ufficiali
"di destra", non cambia di molto la sostanza militare, sempre solidale
nonostante le sue contraddizioni interne, puň seguire la traiettoria che va
da un controllo stretto del settore industriale privato alla concessione di
privilegi particolari a questo settore, a seconda delle esperienze, delle
necessitá di crediti esteri, dei problemi di produzione o esportazione, ma
continua ad essere determinante.La contrapposizione tra capitalisti di Sao
Paulo e militari dirigisti, in Brasile, offre un altro esempio di
collaborazione forzata e volubile tra avversari.
Che possibilitá esistono di vincere i regimi dittatoriali e superare
l'attuale tragica situazione dell'America Latina?
E' difficile parlare di America Latina in generale.Le situazioni e le
prospettive sono diffenti tra Messico e Argentina, Venezuele e Cile,ecc.Ad
eccezione del Venezuela, la tendenza non va verso la democrazia.Anzi:tutto
il Cono Sud si trova sotto regimi repressivi. Economicamente, o piů
propriamente, dal punto di vista dello sviluppo industriale, Brasile,
Messico e Venezuela progrediscono, il che non significa che le ricchezze che
si accumulano siano fonte di benessere per gli operai o i contadini.
E' la gente in basso che suda per fornire il plus-valore necessario alla
ricchezza dei privilegiati e alla potenza dello Stato.
Senza contare che i problemi delle nazioni industrializzate o
post-industriali sono ormai evidenti. Fondamentalmente tutte-proprio cosí:tutte-le
tendenze politiche, comprese quelle di estrema sinistra,non hanno altro
modello di societá che quello nordamericano-o sovietico-cioč un tipo di
organizzazione sociale dominato dalla produttivitá, dallo sviluppo
concorrenziale, dalla scala delle funzioni di ordine ed efficienza.Fino
all'assurdo.
Ciň di cui hanno bisogno i movimenti rivoluzionari o riformisti dell'America
Latina, č l'immaginazione,cioč la ricerca di forme di organizzazione, di
rapporti umani, adeguate agli esseri che vivono in queste terre, tenendo
presente le condizioni climatiche, geografiche, ecc. Se ogni
antiimperialismo mobilitatore sfocia in una copia febbrile di Chicago o di
Magnitogorsk, significa che le trasformazioni sono concepite esclusivamente
per coloro che si considerano giá membri privilegiati della nuova člite.Con
ideologie distinte e perfino contraddittorie,ma con le stesse funzioni di
potere. La lotta contro le dittature esige,č vero, un'attivitá di difesa, ma
anche una concezione della societá che respinge ogni forma di coercizione.
E ora parliamo del movimento libertario.Che ne č stato delle
organizzazioni sindacali e dei gruppi anarchici del Sudamerica?
Credo che stiamo terminando la traversata del deserto.Dalla fine del secolo
scorso fino circa al 1930, le correnti libertarie rappresentarono in
Argentina, in Cile, in Urugay, in Brasile, in Bolivia una forza di
trasformazione di grande importanza; la Federacion Obrera Regional
Argentina, coi suoi due quotidiani, la sua rete di sindacati, gruppi,case
editrici,ecc....svolgeva un ruolo di primo piano in tutte le lotte sociali.La
stessa situazione si presentava in Uruguay con la FORU o in Cile con la CGT.
Ma la spinta proveniva, sulla costa atlantica, dai lavotratori immigrati,
con la loro capacitá professionale ed i loro metodi di lotta diretta, il
loro ideale di societá egualitaria e fraterna.
Allo scoppio della grande crisi mondiale, il movimento migratorio
s'interruppe, le sconfitte operaie in Europa soffocarono l'entusiasmo e le
illusioni sul carattere socialista dell'esperienza permisero ai partiti
comunisti di deviare le lotte operaie a favore della politica estera
dell'Unione Sovietica.D'altra parte, il carattere fondamentalmente agricolo
della maggioranza dei paesi esigeva la creazione di un movimento autoctono e
non basato su immigrati.
A tutti questi fattori possiamo aggiungere la ferocia delle repressioni,
come in Patagonia, negli erbai di La Forestal, nella Pampa secca, nei
quartieri operai delle grandi cittá, per parlare solo dell'Argentina.
I rari movimenti si tipo social-democratico, come il batelismo in Uruguay o
l'aprismo in Perů, attirarono un gran numero di militanti libertari nelle
loro fila, dove dimostrarono spesso le loro capacitá organizzative... Oggi
si osserva un risveglio, non ancora di movimenti anarchici come fattori
decisivi nelle lotte sociali, bensí della critica e delle idee anarchiche,
reazione naturale di fronte alle esperienze e agli insuccessi delle scuole
politiche di tipo parlamentare o autoritario.
Tu hai partecipato alla rivoluzione libertaria spagnola ed hai combattuto
sul fronte aragonese.Quali sono i tuoi ricordi di quei fatti?
Come centinaia di militanti anarchici di ogni nazionalitá che accorsero nel
luglio e nell'agosto del '36 per partecipare non alla difesa della
Repubblica spagnola, ma piuttosto alla lotta rivoluzionaria per una societá
libertaria, fui sul fronte di Aragona, dove nell'agosto creammo e
rafforzammo attraverso alcune battaglie-Sietamo, Farlete, Perdiguera-il
gruppo internazionale della colonna Durruti.
Per molti rivoluzionari la guerra civile era, in fondo, l'occasione per
combattere frontalmente, con le armi, un nemico tipico:militari, preti,
padroni, mercenari di ogni tipo.Le perdite furono enormi tra i nostri.
Giungevano, nella loro magioranza, non per vincere, ma per morire secondo la
loro legge, dopo tante persecuzioni e sconfitte.
Pochissimi accettarono la militarizzazione.Conoscevamo per esperienza che le
argomentazioni a proposito della disciplina e dell'efficienza erano la
copertura della controrivoluzione, la trappola dei borghesi e dei loro
alleati stalinisti.
Naturalmente furono contrari alla partecipazione al governo, tragico errore.La
loro luciditá-cosí bene espressa da Camillo Berneri o da Andrč
Prudhommeaux-trovó conferma nei fatti del maggio del '37, ultima occasione
di vincere la controrivoluzione nelle stesse fila "repubblicane"
A che cosa č dovuta l'improvvisa scomparsa del movimento operaio
organizzato di ispirazione libertaria a partire dalla prima guerra mondiale?
In contrapposizione con la leggenda tramandata dai partiti socialista e
comunista, per evitare l'analisi seria, i movimenti anarchici furono
essenzialmente operai.
La tendenza dello sviluppo industriale portň ad una divisione del lavoro
sempre piú accentuata, alla creazione di una gerarchia di categorie nella
produzione e nella loro organizzazione, fino a giungere ad una base di
lavoratori manuali che stanno alla macchina, ma che non hanno alcuna
possibilitá di comprendere l'interezza del ciclo produttivo, cosí come un'infinitá
di salariati con funzioni di trasmissioni di ordini, di controllo e di
verifica, di trasporto e manutenzione, con tecnici ed organizzatori, negli
uffici direttivi.
Ossia, il capitale personale di ogni operaio scompare e con esso la
concezione di una societá di produttori responsabili.Le dimensioni stesse
delle aziende o dei complessi industriali moderni soffocano qualsiasi tipo
di controllo o di gestione operaia.
Ma oggi provocano-ed č una tendenza che si sviluppa rapidamente-la critica,
il rifiuto, totale della forma di produzione gigantesca, risultato di
un'economia di guerra-economica o militare-che sfugge all'uomo e fa di lui
unicamente un conduttore della macchina e non il suo utilizzatore.
Quindi la decadenza del movimento operaio libertario si spiega con la stessa
evoluzione del tipo di produzione industriale.
Quando i "marxisti"ci criticano e ci definiscono residui del passato,
pensando che essi sono spinti avanti dalla storia, si sbagliano due volte.La
prima perchč gli anarchici non hanno mai detto di ritenere che gli operai
avevano una missione "storica", ma che per la loro condizione di produttori
sfruttatti potevano portare avanti il progetto di una societá di produttori
liberi, creando il movimento anarco-sindacalista.La seconda perchč il tipo
di societá industriale con uno sviluppo cieco č proprio di una classe
dirigente nuova, il cui potere e i cui privilegi si basano sulla funzione e
non piů sul capitale privato, ma che non ha niente di socialista, se le
parole hanno ancora un senso.Il compito degli anarchici continua ad essere
il medesimo, ma a partire da un tipo di societá nuova.E' una sfida che non
ci trova disarmati.
Quando sei diventato anarchico?
A 16 anni, incontrando al tempo delle grandi sconfitte del movimento
europeo-Germania, Bulgaria, Italia, Spagna-militanti libertari che
continuavano la lotta in condizioni misere, spesso tragiche e con uno
spirito internazionalista eccezionale.Donne e uomini come Giovanna Berneri,
Pio Turroni, Mario Mantovani, Nicolas Lazarevitch, Ida Mett, Ernestan Jean
de Boë, Francisco Ascaso, Buenaventura Durruti, ma anche coloro che
costituirono e costituiscono il tessuto solido dell'anarchismo
militante:operai italiani dell'edilizia, contadini della Languedoc, minatori
della conca di Liegi, esuli da tutti i paesi, perseguitati, instancabili,
affamati, audaci, a volte soli, ma sempre in piedi.
Quali sono, secondo te, i fondamenti essenziali dell'anarchismo?
L'anarchismo nasce dalla volontá dell'uomo di conoscersi e di conoscere la
societá in cui vive, per riuscire ad essere padrone del proprio destino
insieme agli altri uomini,affinchč la societá sia una comunitá libera e
fraterna di liberi associati.
Perchč l'anarchismo pone tanto in rilievo la lotta antistatale?
Lo stato č il simbolo e la rappresentazione quasi perfetta di tutti i
sistemi di oppressione, sfruttamento e condizionamento dell'uomo, fino a
ridurlo a un semplice pezzo della grande macchina centrale.Logicamente, sono
i beneficiari o i candidati ai benefici del potere di Stato quelli che
inventano le ideologie che giustificano tale sistema.Non potremmo lottare
contro le ingiustizie per la libertá e la responsabilitá degli individui
senza combattere la realtá e la concezione dello Stato, ratifica dei
privilegi e classe dei privilegiati. Ma l'anarchismo non č, come dicono i
suoi detrattori, una fantasticheria da illusi?
L'anarchismo non č un sogno futurista.E' una realtá presente ed un
quotidiano sforzo per trovare e creare, all'interno stesso della societá che
ci condiziona, gli elementi di una societá nuova.Uno sforzo lungo,
difficile, molteplice, a volte ridotto quasi a nulla dalle contingenze, a
volte favorito dalle circostanze."Dentro la storia, ma contro la storia".
Come vedi oggi il "dibattito" Marx-Bakunin?
Lo vedo come un dibattito che ha il suo condizionamento storico.Ció che mi
dispiace č che i militanti che si definiscono marxisti, non offrono nulla
come analisi e interpretazione della societá di oggi e si sforzano di
spiegare le strutture ed i meccanismi citando testi del secolo scorso.Quanto
a Bakunin,ritengo che innanzitutto fu un personaggio straordinario, con
molte e normali contraddizioni nelle sue successive interpretazioni dei
fenomeni sociali e folgoranti previsioni quanto alle possibilitá di poteri
non capitalisti.Un uomo fuori dal comune, ma:"Nč dio nč padrone", piů che un
idolo, un compagno.
Attribuisci agli anarchici il ruolo messianico e carismatico che il
marxismo attribuisce alla classe operaia?
Per fortuna gli anarchici non hanno mai fatto del proletariato il Messia,
concezione molto intellettualistica.I lavoratori anarchici conoscevano fin
troppo bene la realtá operaia per parlare di essa in termini
storico-religiosi.Ma, e credo che avessero ragione a quel tempo, concepivano
una possibile societá di produttori a partire dalle officine, dalle
fabbriche e dei campi, per cui lottarono.
Oggi nel mondo dei salariati esistono differenze di classe. Anche un
presidente direttore č un salariato.Ma č un privilegiato e non possiamo
contare su di lui per cambiare l'attuale societá di privilegi.
I lavoratori dei campi e delle fabbriche continuano ad essere il motore
attuale della forma di lotta di classe che ci interessa.Non come motore per
l'elevazione di una nuova classe di dirigenti, ma come elemento responsabile
di una ricostruzione sociale.Nel settore terziario, nella moltitudine dei
"colletti bianchi", nell'infinitá di salariati che lavorarano nei servizi
pubblici ma che non producono, si avrá sperimentalmente la parte che vuol
godere di uno status particolare privilegiato e che per propria decisione
pensa ed agisce a favore di una societá ugualitaria, non condizionata dalla
divisione gerarchizzata del lavoro.
Trasformatosi oggi il marxismo nell'ideologia delle burocrazie
totalitarie e poliziesche che sfruttano e opprimono il proletariato e al
popolazione in Russia, Cina e satelliti e nell'ideologia dei differenti
partiti burocratici ("comunisti" o "socialisti") che lottano per imporre il
burocratismo di stato, quali ritieni che siano oggi il ruolo e le
prospettive del movimento anarchico e come valuti i movimenti libertari
moderni:la rivoluzione ungherese del 1956 , le giornate del maggio-giugno
'68 in Francia?
A fianco degli eredi e dei continuatori delle organizzazioni o delle
tradizioni anarchiche, che dimostrano valori di perseveranza indiscutibili e
che trovano insperate rinascite, possiamo notare in varie parti del mondo
una reinvenzione del pensiero anarchico.
Non solo abbiamo conosciuto l'apporto dei "situazionisti", intellettuali
radicali che dimostrano una luciditá eccezionale tradotta in un linguaggio
nuovo, ma vediamo nascere tra le nuove generazioni, a volte come il
risultato di lunghe evoluzioni a partire dalla loro formazione marxista,
nuclei, quasi delle scuole, di studiosi che a proposito dei grandi temi-che
gli anarchici posero al centro dei problemi sociali:Stato, federalismo,
capacitá della base, autoorganizzazione, ecc...-traggono conclusioni in
termini libertari.Saggisti come Castoriadis, Claude Lefort, Pierre Clastres,
ecc, in Francia.
Nella Spagna stessa il pensiero libertario nasce non solo dalla corrente
storica, ma anche dalla scoperta dell'attuale societá e dei suoi problemi
fondamentali, dei problemi di sempre, da parte di elementi di varie
estrazioni. In Italia nuovi gruppi stavolta frutto del movimento
"ufficiale", apportano analisi profonde sul funzionamento della societá
attuale, con le ereditá del corporativismo fascista, con un settore statale
enorme, con le relative clientele. Comunque il problema basilare del
movimento anarchico presente si enuclea cosí:come agire, come intervenire,
come organizzarsi perchč svolga un ruolo ed abbia un peso nel cammino delle
societá?Come trasformare la luciditá in metodo, in modo da far presa sulle
trasformazioni?Su quali terreni e su che tipo di fenomeni devono prendere
posizione i gruppi, sempre piů numerosi, francesi ed italiani, ad esempio?
Certo, abbiamo la gradita sorpresa di vedersi produrre in tempo di crisi
manifestazioni spontanee di spirito ed iniziative libertarie come
l'insurrezione ungherese nel 1956, o il maggio '68 in Francia.Ma se il
terreno č seminato, rimane la necessitá di una "politica" anarchica.
Com'č nata "Interrogations"?
"Interrogations" č una rivista molto modesta, che risponde ad una grande
ambizione: studiare ed analizzare i problemi della societá di oggi secondo
criteri libertari; andare oltre, perchč siamo oltre, la riedizione dei
classici.Avere e trasmettere un'informazione diretta, al di fuori delle
agenzie di propaganda o di conformismo.Abbandonare il facile terreno delle
certezze e seminare l'inquietudine, poichč riteniamo i militanti adulti e
rispettiamo i nostri lettori. Nonostante la sua povertá francescana, la
rivista vive ed i suoi testi sono tradotti e spesso stampati come opuscoli;
cosí vengono discussi. Venne creata da un gruppo internazionale, con
redazione a Parigi, per due anni. Adesso viene editata in Italia per altri
due anni.Poi la redazione e l'amministrazione passeranno ad un altro
paese.Forse, spero, in Spagna.
A che stai lavorando? Prepari qualche lavoro?
Non so se avrň sufficiente tenacia da scrivere un libro sull'emergere delle
nuove classi dirigenti in America Latina.In ogni modo, il tema č maturo ed
altri , sicuramente piů capaci, lo porteranno a termine.
Barcellona, dicembre 1976