La veridica storia della A cerchiata
di Amedeo Bertolo
È ormai talmente diffusa, la A cerchiata, e generalmente
conosciuta e riconosciuta che ha finito con l'essere considerata un simbolo
anarchico tradizionale, con il dare l'impressione di esserci "da sempre". In
realtà essa è poco più di una parvenue dell'iconografia libertaria:
se la bandiera nera si fa risalire al 1832 (ma con possibili suggestioni
piratesche), la A cerchiata nasce nel 1964.
È nell'aprile del 1964, infatti, che sul bollettino interno delle Jeunesses
Libertaires (cioè dei giovani anarchici francesi: quattro gatti allora, in
Francia, come in Italia, come dappertutto) compare la proposta di un segno
grafico per l'insieme del movimento anarchico, al di là delle differenti
tendenze e dei diversi gruppi e federazioni. Perché questa proposta?
Due motivazioni principali ci hanno spinto: innanzitutto facilitare e
rendere più efficaci le scritte ed i manifesti murali, e poi di assicurare
una presenza più ampia del movimento anarchico agli occhi della gente ed un
carattere comune a tutte le espressioni dell'anarchismo nelle sue pubbliche
manifestazioni. Più precisamente, si trattava, secondo noi, di trovare un
mezzo pratico che consentisse da un lato di ridurre al minimo il tempo
impiegato per firmare i nostri slogan sui muri e dall'altro di scegliere un
segno sufficientemente generale da poter essere adottato da tutti gli
anarchici. La sigla da noi proposta sembra rispondere a questi criteri.
Associandola costantemente alle espressioni verbali anarchiche finirà, per
un noto automatismo mentale, con l'evocare da sola nella gente l'idea
dell'anarchismo.
Il segno grafico proposto è proprio una A maiuscola inscritta in un cerchio.
Perché? Presumibilmente per derivazione dal già diffuso simbolo
antimilitarista, in cui la "zampa di gallina" viene sostituita con la
lettera iniziale della parola anarchia in tutte le lingue europee.
La proposta delle JJ.LL. non dà - lì per lì - alcun frutto. Solo due anni
dopo, nel 1966 i giovani anarchici del Circolo "Sacco e Vanzetti" di Milano
(Gioventù Libertaria) riprendono il simbolo e cominciano ad utilizzarlo.
Sino al '68 la A cerchiata resta in uso - se la memoria non c'inganna - solo
a Milano. Poi, a partire dal famoso maggio, improvvisamente "esplose" -
assieme all'esplosione del movimento - sui muri, sui manifesti, sulle
bandiere; viene "riesportata" a Parigi e di lì, con una spontanea
appropriazione mimetica da parte dei giovani anarchici, un po' in tutto il
mondo: un successo strepitoso che ha fatto dire a qualcuno che, se il suo
inventore avesse brevettato la A cerchiata, sarebbe oggi miliardario!
Le cause della rapida e intensa fortuna? Più o meno le motivazioni espresse
dalla JJ.LL.. Cioè, da un lato, la grande semplicità ed immediatezza che
fanno della A cerchiata uno dei segni grafici più efficaci, come la croce,
la falce-martello, la svastica.... Dall'altro lato un movimento "nuovo",
giovane, in rapido sviluppo, che cercava un segno unificante. Così, in
assenza a livello internazionali di un simbolo grafico degli anarchici ed in
presenza talora, a livello nazionale o locale di una simbologia tradizionale
inadeguata, s'è di fatto imposta la A cerchiata, senza che nessun
gruppo o federazione mai si sognasse di decretarne l'applicazione.
Questa è la veridica storia della A cerchiata, che è fatta insieme di
volontà consapevole e di spontaneità. Un cocktail tipicamente libertario.