“Noi e il POUM” (L’Adunata dei Refrattari, New York, maggio 1937)
di Camillo Berneri
“Seguendo le istruzioni del governo dell’URSS, la stampa della III Internazionale ha scatenato e continua a scatenare una violenta campagna contro il POUM, ossia contro il Partito Operaio Unificato Marxista di Spagna.
Tale campagna è di una tendenziosità e di una violenza inaudite.
Il giornale bolscevico Michel Koltsov, accusa, in blocco, i militi del POUM di essere dei vili e si compiace nel riferire che <<i distaccamenti del POUM delle brigate internazionali sono stati disciolti ed i loro comandanti cacciati dal fronte di Madrid>> (l’Humanité, Parigi, 24.1.37). Il comunista centrista Il Grido del Popolo di Parigi (14.3.37), dice in una sua corrispondenza da Barcellona:
<<(…) questi agenti del fascismo hanno mandato in giro per la città, alcuni giorni di seguito, un camion con la scritta enorme: “Organizziamo la lotta contro il fascismo al fronte e la lotta contro il riformismo nelle retrovie!”
Come sono vili questi controrivoluzionari che al fronte si guardano bene dal battersi contro il fascismo, ma che, in compenso, nelle retrovie, sotto pretesto di combattere il riformismo, combattono gli sforzi del Fronte Popolare per mettere in piede di guerra la nazione. Ma il popolo di Spagna, facendo giustizia di questi banditi, marcia diritto alla vittoria!>>”.
Si noti che erano chiamati “comunisti centristi” gli esponenti del Partito Comunista d’Italia, capitanati da Togliatti, che aveva sconfitto le posizioni cosiddette di “destra” (Tasca) e di “sinistra” (Bordiga). I loro organi di stampa, persino più di quelli del PSUC iberico, erano i più ligi alle direttive di Mosca e Togliatti fungeva da consigliere privilegiato di Stalin per l’estero ed era in terra di Spagna il punto di riferimento principale di Mosca, una sorta di super-commissario politico dell’Internazionale Comunista. Proseguiamo nell’escursus di calunnie:
“ (…) <<In ogni movimento rivoluzionario i più pericolosi sono coloro che si ricoprono col manto di amici per pugnalarlo alle spalle. In ogni guerra, i più pericolosi non sono i nemici che occupano le trincee del fronte, ma le spie e i sabotatori. E il POUM è tra questi>>.
Ahora, organo della Gioventù Socialista Unificata, diceva, il 27.1.37: <<Liquidiamo una volta per sempre questa frazione della quinta colonna. Il popolo sovietico, con la sua giustizia implacabile contro il gruppo dei sabotatori e assassini trotskisti, ci segnala il cammino>>.
(…) Le diffamazioni pubblicate contro il POUM sono così colossali che meriterebbero di essere raccolte a documento della malafede del Komintern e bonzi centristi. Basti ricordare, per citare un solo esempio tra i tantissimi, che il periodico del PC norvegese Ny Tid (numeri del 28.1 e del 16 e 17.2.37) è giunto ad insinuare che Maurin, fucilato dai fascisti, sia vivo e vegeto e se la passeggi tranquillamente per le vie di Burgos. Che la campagna contro il POUM sia ispirata da Mosca, è una delle tante prove che sono dei giornalisti ufficiosi, come Koltsov, che dirigono gli attacchi, fiancheggiati da interventi consolari del genere di quello del console russo in Barcellona che, in una nota alla stampa, ha denunciato La Batalla di essere <<venduta al fascismo internazionale>>.
(…) Le diffamazioni e le minacce sono seguite dai fatti più incresciosi: a Madrid è stata invasa e devastata la sede della gioventù del POUM, giornali del POUM sono stati sospesi e multati e si comincia a chiedere, da Treball e da Mundo Obrero, la soppressione del POUM. I fascisti, naturalmente, sono i soli ad approfittare di questo stato di cose. Il Consiglio della Generalidad di Catalogna sospende per quattro giorni La Batalla e subito la Radio-Burgos comunica che le divergenze in seno al Fronte Popolare sono sempre più gravi e che il direttore de La Batalla è stato arrestato per aver pubblicato violenti articoli contro il governo di Valenza. E Le Temp (18.3.37), dando i telegrammi di Burgos e di Barcellona relativi ala sospensione del quotidiano poumista, intitola: Aggravation des divergences politiques.
Qual è l’atteggiamento degli anarchici di fronte a questa lotta tra il PSUC ed il POUM?
Il comunisteggiante settimanale parigino Vendredi (26.3.37) ha riconosciuto, con la penna di Marc Bernard, che gli anarchici <<servent d’élément moderateur entre le deux partis qui s’afrontent avec le plus d’apreté: le PSUC et le POUM>>… <<Ils adressent des adjuration à l’un et à l’autre parti pour que ces discussions demeurent courtoises, ils rappellent que tout l’effort doit porter contre l’ennemi commun>>.
Ed è effettivamente così. Un manifesto della Gioventù Libertaria di Barcellona dice:
<<Noi non siamo disposti a solidarizzarci con coloro che pretendono di affondare alcuni compagni in un vergognoso discredito, per semplici appetiti politici, lanciando gigantesche ondate di calunnie e di infamie contro di loro, sapendo di mentire, come avviene contro la Gioventù Comunista Iberica (l’organizzazione giovanile del POUM – nda).
Gridiamo oggi con tutta la forza dei nostri polmoni: basta! basta! Non è giusto che, per appetiti malsani, si voglia eliminare una organizzazione che ha lottato e che continua a lottare, insieme con gli altri, per il trionfo della rivoluzione spagnola>>.
Rispondendo al discorso pogromista di Comorera dianzi citato, Solidaridad Obrera, organo regionale della CNT, diceva il 6.2.37: <<Se il compagno Comorera non se ne avesse a male non se ne avesse a male, gli daremmo un consiglio fraterno. Questo: sia prudente, controlli la sua lingua, dia prova di possedere quel senso di responsabilità che tanto raccomanda ad altri, abbandoni aspirazioni puerili e lavori nobilmente per la causa comune senza provocare con i suoi inopportuni interventi tempeste di indignazione, pensi che la vecchia politica non è tollerabile né sono consigliabili i suoi procedimenti, tenga presente che siamo in Catalogna, che la guerra è in corso e che lottiamo per la rivoluzione.
Rompe pure la disciplina che noi tutti dobbiamo imporci, chi dice che coloro che criticano il Consiglio della Generalidad sono agenti provocatori che agitano i più bassi fondi sociali>>.
E l’alcade di Gerona Expedito Duran, della CNT, diceva in un suo discorso pronunciato nel corso della sessione municipale del 12.2.37: <<E’ un’insensatezza, che nessuno crede, neppure quelli che la scrivono, dire che il POUM serve il fascismo. Il POUM ha ben dimostrato che è un partito nettamente antifascista e autenticamente ricoluzionario>>”.
“Analoghe dichiarazioni sono state fatte dalla CNT di Madrid e, in generale, dalla stampa anarchica.
Un partito che ha avuto vari esponenti (Maurin, Etchebehere, Josè Oliver, Germinal Vidal, Pedro Villarosa, Louis Grossi, Louis Blanco, etc.) caduti nella lotta e che occupa, nella proporzione tra i suoi quadri e le sue perdite, il secondo posto nella lotta contro il fascismo non può, senza che la verità sia velata e che si violi la giustizia, esser presentato come un’amalgama di vigliacchi e di <<agenti di Franco-Hitler-Mussolini>>, come continua a presentarlo la stampa del Komintern: dalla Pravda all’Umanitè, da Treball a Mundo Obrero.
Un partito che ha migliaia di uomini sui vari fronti e che, specie in Catalogna, predomina in certe località, non è una forza trascurabile. Parlare, come fanno certi domenicani del PSUC, di sopprimere questo partito è oltre che delitto contro la libertà, un atto di sabotaggio contro la lotta antifascista.
Che cos’è il POUM?
E’ sorto in Catalogna nel settembre del 1935, per effetto della fusione del Blocco Operaio e Contadino (BOC) con la Sinistra Comunista. In Catalogna, il Partito Socialista è stato sempre molto debole e gli elementi rivoluzionari militavano nei quadri della CNT. Nel 1919, questa organizzazione sindacale a tendenze anarchiche, aderì, sotto l’influenza di Pestana, all’Internazionale Comunista, ma nel 1922, con il Congresso di Saragozza, riprese la propria autonomia. Un gruppo di militanti della CNT rimase fedele, pur criticandone la tattica, all’Internazionale Comunista e si sforzò, avendo alla testa Maurin, di dare un’orientazione marxista al movimento rivoluzionario catalano. Il Partito Comunista Spagnolo, fondato nel 1920 da Bordin, emissario dell’IC, si limitò amalgamare alcuni nuclei socialdemocratici simpatizzanti con il bolscevismo. La politica dettata dall’IC provocò numerose scissioni in seno al PC Spagnolo. Un primo gruppo si distaccò con Arquer, Miravitlles, Coll, Montserrat, Rodes ed altri e nel 1930 l’intera Federazione Comunista Catalana, dissidente con le direttive moscovite, fu esclusa dal partito.
Dalla fusione di quella federazione con i nuclei di opposizione antecedentemente distaccati dal partito sorse, nel marzo del 1931, il BOC, che si affermò in Catalogna ma ebbe anche alcune propaggini nelle Asturie, a Madrid, nel Levante e nel Sud. Il BOC, per opporsi al pericolo fascista, preconizzò “l’Alleanza Operaia”. Nel settembre 1935, dalla fusione del BOC e della Sinistra Comunista sorgeva il POUM. Il 19 luglio 1936, il POUM fu a fianco della FAI e della CNT nell’eroica resistenza al putsch militare-fascista ed organizzò delle colonne che si portarono sui vari fronti (8.000 uomini).
(…) Si dice che il POUM è contro l’URSS. In realtà, il POUM esalta la rivoluzione russa dell’ottobre 1917, dichiara che si lancerebbe in difesa del proletariato russo se questo fosse aggredito da uno Stato borghese e non cessa di esaltare l’aiuto apportato dal popolo russo alla Spagna antifascista, ma non brucia incenso a Stalin, non solidarizza con il panslavismo bolscevico e nega al governo dell’URSS il diritto di imporre la propria politica al popolo spagnolo in cambio dell’aiuto che gli reca.
Si dice, infine, che il POUM è contro il Fronte Popolare. In realtà, quel partito è contro la tendenza che vorrebbe dissociare la guerra civile dalla rivoluzione sociale.
Il programma della Gioventù Comunista Iberica (POUM), forte di 10.000 aderenti” (per rendersi conto delle proporzioni, bisogna sapere che il PCUS filo-sovietico aveva nel 1936 solo 5.000 iscritti - nda) “è il seguente (gennaio 1937:
Abrogazione della Costituzione borghese del 14 aprile 1931 e dissoluzione del Parlamento; assemblea dei delegati dei Comitati di gestione, dei contadini e dei militi per eleggere il governo operaio rivoluzionario; diritti politici a tutti i giovani di 18 anni, senza distinzione di sesso: dissoluzione degli organismi della giustizia borghese e creazione di una giustizia operaia; idem per la polizia; epurazione della burocrazia.
La JCI afferma che per guadagnare la guerra occorre: la dissoluzione dei quadri dell’armata borghese; la mobilitazione generale della gioventù; la direzione militare unica; la epurazione delle scuole di guerra e la preparazione militare della gioventù; lo sviluppo di una potente industria di guerra e l’organizzazione del lavoro volontario ed obbligatorio per la guerra; impiego dei detenuti fascisti nei lavori di fortificazione.
La JCI non rinuncia alla rivoluzione proletaria, che è per essa tutt’uno con la guerra civile e che deve creare una nuova economia proletaria caratterizzata dalla socializzazione della grande industria, delle banche e della terra, dal monopolio del commercio estero e dalla municipalizzazione dei servizi pubblici.
Non tutto questo programma, che ho dato nei suoi punti salienti, coincide con le nostre rivendicazioni attuali e con le nostre aspirazioni, ma nessuno di noi potrebbe tacciarlo di essere contro-rivoluzionario.
Molti motivi di critica, molte formule di agitazione del POUM aderiscono alla realtà e sono potenziatrici dello sviluppo della rivoluzione sociale spagnola.
Contro le mire egemoniche e le manovre oblique del PSUC non dobbiamo instancabilmente ed energicamente affermare l’utilità della libera concorrenza politica in seno agli organismi sindacali e l’assoluta necessità dell’unità di azione antifascista. Bisogna evitare i toni zoccolanti, le prediche francescane. Bisogna dire ben alto che chiunque insulta e calunnia il POUM e ne chiede la soppressione è un sabotatore della lotta antifascista che non va tollerato.
Questa nostra presa di posizione, oltre che aderire alle necessità della grave ora e rispondere allo spirito dell’anarchismo, costituisce la migliore profilassi contro la dittatura controrivoluzionaria che vieppiù si profila nel programma di restaurazione democratica del PSUC e nella disgiunzione tra rivoluzione e guerra di alcuni rivoluzionari miopi e disorientati”.