IL SOGNO CHE É GIA’ MOVIMENTO.

 

“Cercheremo, e troveremo, qualcuno che ami queste terre e questi cieli tanto quanto noi.”

 

“Lotteremo per democrazia, libertà e giustizia per coloro a cui sono negate.”

 

 

Dalla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona  a cura dell’EZLN. (1)

 

“Questa è la nostra semplice parola“, inizia così la Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona, con cui l’EZLN (esercito zapatista di liberazione nazionale) si rivolge alla società civile mondiale chiedendo una parola chiara e una presa di posizione chiara contro il neoliberismo e l’ordine mondiale esistente. Gli zapatisti, così come  in precedenza il loro subcomandante Marcos, avevano già nominato tra chi lotta, lesbiche e gay, ma questa volta li chiamano direttamente a rispondere al loro appello . E c’è chi risponde. (2)

 

In Messico è circolato un documento di giovani lesbiche (molte di loro frequentavano ancora la scuola nel ’94 , all’epoca della prima uscita a San Cristobal degli zapatisti), che risponde direttamente alla Sesta Dichiarazione, affermando che proprio dagli insurgenti del ’94, loro, allora troppo giovani, hanno imparato il senso della propria dignità.

Si uniscono alla lotta come lesbiche e facendo i conti con la durezza dell’esistente in un paese come il Messico in cui devono per forza essere delle senza volto per non essere uccise , stuprate o fatte bersaglio di oltraggi e ritorsioni pesanti.

Il documento che accompagna l’uscita delle lesbiche messicane è stato discusso e fatto proprio da altri gruppi politicizzati di lesbiche in Messico ed è stato tradotto in italiano (3) proprio perché anche qui da noi in diverse ci siamo interrogate e ci stiamo interrogando su un “altro mondo possibile” e su un fare politica che porti con sé quell’ arte del desiderio che è movimento dal presente al futuro.

 

Leggendo la Sesta Dichiarazione, quello che prima di ogni cosa colpisce è ovviamente il linguaggio semplice e diretto, che non si presta ad alcun fraintendimento. Vogliono essere capiti e si fanno capire. Questa è la loro prima lezione, una parola che è subito politica.

Quale inizio migliore per la pratica della democrazia?

Spiegandoci come vedono il mondo e quello che vi succede, fanno un percorso semplice e cioè risalgono dalla merce (sia un sacchetto di caffè o un prodotto hi-fi) fino a chi la produce. Ed ecco così riapparire le persone vive, con la loro fatica (ma perché non dico nostra? E anche di molti di noi questa fatica.), la loro pena e il loro bisogno, che lì conduce in fabbriche malsane, nei campi, in laboratori fatiscenti dove per una paga sempre più misera e che non compensa alcuna miseria, si lavora fino a ridursi al non pensare.

Trovati i soggetti dello sfruttamento, diventa impossibile non notare quanto incidano i fattori della disuguaglianza di genere (compreso l’obbligo eterosessuale) e il razzismo, come è per gli Indios.

Gli zapatisti, lontani dal considerare questi fattori delle sovrastrutture, rivolgono a tutti questi soggetti un invito alla parola, perché se un nuovo modo di fare ed essere è possibile, lo è colorando il mondo dell’arcobaleno di tutti i colori e non prendendo facili scorciatoie che evitino di menzionare certi gruppi oppressi per non farci i conti, ma soprattutto per non fare i conti con il proprio sguardo su di loro o con l’incapacità di ascolto.

 

Ascoltare diventa allora necessario.

Questa necessità fonda una politica che non permette esclusioni.

I diritti umani e civili sono diritti di tutte e tutti e fare eccezioni è convalidare il privilegio dei pochi ed esserne complici.

 

La Sesta Dichiarazione è un passo enorme nella storia dei movimenti rivoluzionari.

Mai prima avevamo assistito a un movimento che nella pratica si ponesse a fianco della società civile internazionale senza pretesa di fare lezione.

 

Viene spontanea una frase “ imparare ad imparare”.(4)

 

Le lesbiche di Lunasdec e di altri gruppi, aderendo alla Sesta Dichiarazione, rivendicano quel margine che non è più marginalità, ma è una linea di cammino, un farsi voce , un prestare attenzione. Da tutto questo sta nascendo un gruppo di lesbiche zapatiste internazionale, che non intende più l’essere senza volto come l’essere senza parola e senza azione. (5)

“ Dissidenti sessuali” fino in fondo(6), non intendono omologarsi per avere l’accettazione, né normalizzarsi all’interno di lotte all’acqua di rose che per alcuni/e possono apparire desiderabili.

Portando in superficie i vari livelli di sfruttamento cui sono soggette, perseguono un cambiamento che non sia un palliativo, ma qualcosa di reale e incisivo.

 

Quello che leggo nella pratica zapatista è una volontà di fare che non giustifica i mezzi con il raggiungimento dei fini e pertanto costringe a una pratica di vita che va cercata e voluta , che va messa in azione ogni giorno, per cambiare noi, qui dove siamo . (7)

E’ a questo che mi riferisco e che il movimento delle lesbiche zapatiste mette in atto.

E’ con la nostra vita che rispondiamo. Vivendo ora come non vogliono farci vivere, ma anche cercando sempre altre possibilità e la concretezza di un costruire insieme .

Se un altro mondo è possibile, è nel nostro mondo di ogni giorno che deve esserlo.

Non vedere questo e non farci i conti porterebbe solo a un’invisibilità, che come una foglia di fico non coprirebbe nemmeno l’incapacità del nostro desiderio di farsi grande.

Qualcosa quindi ci aspetta. Se saremo capaci di un movimento che non si chiuda su se stesso, avremo fatto un primo vero passo.

 

Nadia Agustoni

 

 

Note:

 

1) La Sesta dichiarazione della Selva Lacandona è stata tradotta in Italiano dal comitato Maribel di Bergamo e pubblicata integralmente da “Carta etc” mensile. E’ leggibile anche sul sito di Carta www.carta.org.  Le citazioni iniziali sono prese da lì.

2) Non è la prima volta che Marcos come portavoce dell’EZLN nomina direttamente lesbiche, gay, transessuali e “altri modi”, in comunicazioni e scritti , ma questa è la prima chiamata a una lotta comune contro il neoliberismo e i poteri forti, qualunque forma essi assumano. Questo uno dei passaggi della Sesta dichiarazione (per brevità citata sempre così da qui in poi): “Invitiamo indigeni, operai, contadini, maestri, studenti, casalinghe, coloni, piccoli proprietari, micro-imprenditori, pensionati, disabili, religiosi e religiose, scienziati, artisti, intellettuali, giovani, donne, , anziani, omosessuali e lesbiche, bambini e bambine, a partecipare , in maniera individuale o collettiva, direttamente con gli zapatisti a questa campagna nazionale per la costruzione di un altro modo di fare politica …”.

Vedere anche tra gli altri interventi  lo scritto-racconto :“ In (auto) difesa delle giraffe” in www.ellexelle.it . L’ interesse  suscitato dalle ultime elaborazioni zapatiste ha toccato anche lesbiche e gay, sia in Messico dove si stanno organizzando per prime proprio varie realtà lesbiche, sia nel mondo. Particolarmente interessanti i forum internet di lesbiche

3) Il documento delle lesbiche di Lunasdec è in via di pubblicazione al momento in cui scrivo su A Rivista Anarchica. É’ stato letto durante il martedì femminista a Radio Onda rossa di Roma e inoltre ne parla in un articolo in pubblicazione su “ Liberazione”e in uno su “ Marea” Monica Lanfranco. É uscito anche e in spagnolo e in italiano nella LLI (Lista Lesbica Italiana). Ecco alcuni passaggi : “Lunasdec è una organizzazione nata 3 anni fa come gruppo di riflessione lesbica e col tempo si è convertita in gruppo di azione femminista sessual-politica.”….“Quando abbiamo cominciato a lavorare per le nostre rivendicazioni, lo abbiamo fatto per la visibilità e la coscienza lesbica”. “…vogliamo stabilire, forte e chiaro, che per parlare di un progetto di mondo opposto al neoliberismo, per poter dire che esiste un  progetto della sinistra per una società alternativa nazionale e mondiale, questo progetto deve concretamente comprendere l’inclusione e la visibilità di tutte le forme di dissidenza sessuale.  …. Mai più la sinistra, né il mondo senza di noi.”

Si ringrazia per la traduzione Germana Gemignani.

4) “Imparare ad imparare” oltre al forte richiamo alla pratica zapatista è ben conosciuto agli studiosi Sufi e ai praticanti di questa disciplina.

5) Le “Lesbiche zapatiste internazionali” è un gruppo che si sta formando e che intende raggruppare militanti di vari gruppi lesbici femministi del Messico e del mondo. I collegamenti, al momento, sono almeno a livello internazionale principalmente nel web. Un documento è attualmente in discussione e verrà quanto prima tradotto.

6) “Dissidenti sessuali” è il termine usato sia nel documento di Lunasdec che in altri pervenutoci. Ci è stato detto che le lesbiche messicane usano di preferenza questo termine distanziandosi così sia dal termine “ differenza sessuale” che non condividono (preferendo dare al loro impegno una connotazione di classe sessuale), sia da “ diversità” che tra loro è vissuto più come un riferimento èlitario dei gruppi o simpatizzanti gay neoconservatori.

7) Auspichiamo la nascita di un coordinamento in Italia per lavorare sulla Sesta Dichiarazione e in appoggio alle iniziative delle lesbiche Messicane. Non pensiamo a una mera pratica di controinformazione , ma a un lavoro che porti con sé la volontà di riaprire un processo, quello che in un recente articolo su “Carta Etc.” mensile, Paolo Cacciari  così definisce: “ Per contro, un processo rivoluzionario partecipato e di massa potrà riaprirsi quando “una nuova classe generale” riuscirà a concepirsi non come “categoria” separata (…), ma come figura sociale completa, comprensiva di tutte le dimensioni plurali dell’esistenza: individuo biologico e sociale, uomo e donna, razionale e passionale, portatore di interessi immediati e di quelli dei propri figli, abitante e cittadino, produttore e consumatore… detto in altro modo, è un problema di presa di coscienza e di rivendicazione dei propri diritti all’allargati all’intero genere umano e coerenti con l’ecosfera , con l’intero ambiente naturale.”